Realizzata la prima mappa in 3D del Dna

Scienze
Dna (Getty Images)

Rappresenta il genoma di un topo ed è stata portata a termine da un team di ricercatori del St. Jude Children's Research Hospital sotto la guida di Michael Dyer e Xiang Chen 

È stata completata la prima mappa in 3D del Dna.
Rappresenta il genoma di un topo ed è stata portata a termine da un team di ricercatori del St. Jude Children's Research Hospital sotto la guida di Michael Dyer e Xiang Chen. I suoi sviluppatori si augurano possa essere di aiuto nello studio dell’organizzazione e della ‘specializzazione’ del genoma durante lo sviluppo cellulare. Per ambire a questo obiettivo sarà sicuramente necessario anche l’utilizzo della potenza di calcolo dell’Intelligenza artificiale.

Futuri obiettivi

La mappa tridimensionale del Dna, pubblicata sulla rivista specializzata Neuron, sarà particolarmente utile per cercare di comprendere alcune delle interazioni che avvengono all’interno del Dna e che sono rimaste quasi del tutto ignote anche dopo l’anno 2000, quando è stato sequenziato il Dna umano.
“Comprendere il modo in cui le cellule organizzano i loro genomi durante lo sviluppo ci aiuterà a capire la loro capacità di rispondere a stress, lesioni e malattie", spiega Michael Dyer, coordinatore dello studio.
Il gemona umano è lungo circa 180 centimetri, ragion per cui la sua struttura a doppia elica, per essere racchiusa nel nucleo delle cellule, si ripiega più volte lungo il suo asse. Questa particolare organizzazione nello spazio permette l’avvicinamento e l’interazione di aree del Dna poste molto lontano tra loro nella struttura estesa del genoma.

I risultati ottenuti nel corso del test

La nuova mappa in 3D del Dna permette dunque di ‘intercettare’ le interazioni tra quelle porzioni del genoma che favoriscono l’espressione dei geni e i frammenti di DNA 'potenziatori’.
Gli esperti hanno osservato questo tipo di interazioni, sia nel corso dello sviluppo della retina, sia in quello del cervelletto. Per farlo si sono serviti di un’Intelligenza artificiale che è stata fondamentale per captare con precisione il momento in cui il genoma ha trasferito l’informazione genetica all’Rna: passaggio che attiva la produzione delle proteine che garantiscono il funzionamento delle cellule.
Sono così riusciti a dimostrare che durante le varie fasi dello sviluppo cellulare l’organizzazione del genoma è stata partecipe di diversi cambiamenti.
"Questi cambiamenti non sono casuali, ma fanno parte del programma di sviluppo delle cellule”, spiega Dyer.

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