Un team di ricercatori ha cresciuto in laboratorio cellule di topo in grado di riparare il tessuto olfattivo danneggiato. L’esperimento apre alla possibilità di terapie su pazienti umani
La perdita di olfatto che si verifica negli anziani, ma anche in persone più giovani a causa di altri fattori, potrebbe avere una soluzione. Un gruppo di ricercatori della Tufts University del Massachusetts è infatti riuscito a rigenerare l’epitelio olfattivo nel naso dei topi coltivando delle cellule staminali in provetta. Così facendo, riparando il tessuto fondamentale per la percezione degli odori che si trova nella cavità nasale, il team ha potuto ripristinare l’olfatto negli animali. I risultati dello studio pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports aprirebbero dunque a potenziali nuove terapie anche per i pazienti umani.
Staminali dell’olfatto: un nuovo modo per coltivarle
L’epitelio olfattivo è di per sé composto da due tipi di cellule staminali, ovvero quelle dette basali globose (Gbc) e quelle basali orizzontali (Hbc): erano soprattutto queste ultime a rappresentare per i ricercatori un nodo difficile da sciogliere. Mentre le prime erano già state coltivate e hanno normalmente la funzione di rimpiazzare le cellule perse nel consueto processo di sostituzione, risultava molto più complicata la coltura in laboratorio delle cellule orizzontali globose, che rimangono dormienti per attivarsi soltanto in caso di danneggiamento del tessuto. Tuttavia, prendendo in prestito metodi già utilizzati per le cellule staminali respiratorie, i ricercatori sono stati infine in grado di trovare le condizioni ottimali per la crescita in provetta delle Hbc.
Cellule attivate per riparare l’olfatto
Come spiegato dall’autore dello studio James Schwob, il passo successivo consisteva nel verificare se le cellule basali orizzontali coltivate “funzionassero bene come quelle presenti in vivo, in grado di rigenerare il tessuto danneggiato: così è stato!”. I ricercatori hanno notato che, esattamente come quelle presenti nell’epitelio olfattivo, anche le staminali in provetta tendevano a rimanere inattive. Tuttavia, somministrando dell’acido retinoico, il team è riuscito a ‘sbloccare’ le cellule prima di trapiantarle nel tessuto da riparare, attivando così “il processo di differenziazione nei diversi tipi di cellule dell’epitelio olfattivo” nei topi utilizzati per l’esperimento. Grazie ai risultati ottenuti, con la creazione di “una riserva di cellule dormienti”, Schwob sostiene che potrebbe essere presto possibile “sviluppare nuove terapie basate sulle staminali per la rigenerazione sensoriale e dei tessuti”. Si tratterebbe di un’importante svolta per tutti coloro che soffrono di alterazioni olfattive o di perdita totale dell’olfatto, condizioni che possono essere legate, oltre alla vecchiaia, a fumo, effetti collaterali dati dall’uso di farmaci o lesioni subite.