Gli organi su chip nello spazio, esperimenti a bordo della Iss

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)
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I dispositivi biotecnologici verranno utilizzati per testare l’efficacia di nuovi farmaci. Consentiranno anche di comprendere come invecchia il corpo umano nello spazio 

Gli organi su chip sono dei dispositivi non più grandi di una chiavetta Usb e composti da un polimero flessibile e traslucido su cui vengono inserite numerose cellule umane provenienti da una specifica parte del corpo. Possono essere utilizzati per emulare le reazioni di fegato, cuore, polmoni ecc. a dei nuovi farmaci. Di recente, sulla Stazione Spaziale Internazione (Iss) sono iniziati degli esperimenti che coinvolgono proprio questa nuova frontiera della biotecnologia. Gli organi su chip verranno utilizzati non solo per sviluppare dei nuovi farmaci, ma anche per studiare i processi di invecchiamento in condizioni di microgravità.

Gli esperimenti sugli organi chip

I nuovi esperimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale sono il frutto di una collaborazione tra il Centro Nazionale americano per l’Avanzamento delle Scienze Traslazionali (Ncats), il Centro per l'Avanzamento della Scienza nello Spazio (Casis) e la Nasa.
In condizioni di microgravità il corpo umano invecchia più rapidamente. Studiando gli organi chip in queste condizioni è possibile osservare e monitorare in tempi brevi processi che sulla Terra si svolgerebbero nell’arco di mesi o anni. Per i ricercatori sarà anche un’ottima opportunità per testare con maggiore rapidità nuovi farmaci o vaccini, così da poter determinare la loro effettiva efficacia sugli esseri umani.

I primi test

Durante la prima fase dell’iniziativa verranno svolti cinque esperimenti sui voli organizzati da SpaceX (il primo è previsto per metà novembre). In questi primi test gli organi chip saranno utilizzati per studiare l’invecchiamento del sistema immunitario e altri processi fisiologici. Altri quattro esperimenti, programmati per l’estate del 2020, saranno utili per comprendere gli effetti della microgravità sul tessuto cardiaco ingegnerizzato.
I ricercatori coinvolti nel progetto sostengono che in futuro la tecnologia consentirà agli astronauti di portare con sé nello spazio dei chip personalizzati, il cui utilizzo consentirà di analizzare i cambiamenti del loro corpo e testare possibili terapie. 

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