Un nuovo ciclo solare alle porte: l'indizio da alcune macchie inedite

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

La sonda Solar Dynamics Observatory della Nasa ha osservato delle nuove macchie con polarità magnetica invertita rispetto a quelle del ciclo attuale. Si tratta di una fase di transizione: il nuovo periodo di attività sarà simile a quello che sta finendo 

Alla vigilia di Natale la sonda Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa ha registrato alcuni indizi che sembrerebbero far pensare a un nuovo imminente ciclo solare. Due macchie presenti per la prima volta sul disco solare sarebbero infatti i segnali del nuovo periodo di attività della stella, come dimostrato dalla loro polarità magnetica che risulta invertita rispetto alle macchie del ciclo attuale. Già a fine 2018 gli esperti avevano osservato la presenza di alcune macchie inusuali, rimaste però visibili soltanto per poche ore, segno di come il Sole fosse già entrato in una fase di transizione a cavallo tra due cicli.

Il prossimo ciclo solare simile a quello attuale

Similmente a quell’occasione, anche le due macchie individuate ora dalla Sdo della Nasa non sanciscono l’avvio ufficiale di un nuovo ciclo solare, ma semplicemente l’avvicinarsi di una nuova fase di attività, che solitamente dura intono agli 11 anni. Come spiegato infatti da Ilaria Ermolli dell’Osservatorio di Roma dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) “le polarità magnetiche delle macchie solari si invertono da un ciclo solare all’altro, anche a parità di emisfero”. Le previsioni formulate in base agli indizi raccolti fino a questo momento fanno pensare a un nuovo ciclo che “sarà probabilmente simile a quello che si sta concludendo, quindi non tra i più scoppiettanti, ma comunque con un certo livello di attività”, precisa Ermolli.

Più macchie segneranno l’avvio di un nuovo ciclo solare

Le nuove macchie osservate dalla Sdo si trovano a latitudini elevate e rientrano nella normalità per una fase di transizione tra un ciclo e l’altro (NEL 2019 IL RECORD DI 271 GIORNI SENZA MACCHIE). Tuttavia, secondo Mauro Messerrotti dell’Osservatorio di Trieste dell’Inaf, “perché si possa parlare di un nuovo ciclo solare le macchie devono essere più numerose”. Cercando un paragone più immediato, “possiamo dire che vediamo qualche bollicina salire in superficie, ma non ancora l’acqua che bolle”. Pur in presenza di alcuni segnali, però, è ancora presto per dire che la stella si stia avviando verso un lungo periodo di minimo solare, come ipotizzato da alcuni esperti. Intanto, il 2020 si preannuncia ricco di eventi astronomici da non perdere.

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