Eclissi solare su Giove, spettacolari immagini della sonda Juno

Scienze
Giove immortalata dalla sonda Juno - NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Kevin M. Gill

Una foto in particolare ha mostrato in maniera molto nitida l'ombra proiettata da Io, uno dei satelliti di Giove, nei pressi del Polo Nord del pianeta gassoso 

Grazie alla sonda spaziale Juno, che orbita attorno al gigante gassoso dal 2016, la Nasa è riuscita ad entrare in possesso di alcune spettacolari immagini dell'ombra di una luna su Giove durante un’eclissi solare. Tra gli scatti, diffusi su Twitter dall’ingegnere dell’agenzia spaziale americana Kevin M. Gill, quello che mostra in maniera molto nitida l'ombra proiettata proprio da Io su Giove. La curiosa zona d'ombra, apparentemente molto piccola rispetto alle dimensioni del pianeta, è in realtà più grande di quella proiettata dalla Luna quando si interpone tra Sole e Terra. La macchia nera, a pochissima distanza dal Polo Nord del pianeta, appare più nitida rispetto all'ombra proiettata dalla Luna a causa delle gigantesche dimensioni di Io, quattro volte più grande del satellite terrestre, e alla sua distanza ravvicinata da Giove. La zona di penombra, infatti è molto sottile.

I quattro satelliti medicei di Giove

“Il Sole è significativamente più piccolo visto da Giove, motivo per il quale le ombre sono molto più nitide”. Questo il pensiero del fotografo Doug Ellison al Mirror, una delle numerose testate internazionali che hanno riportato la notizia. Leggermente più grande della Luna della Terra, Io orbita ad una distanza di 262.000 miglia (422.000 chilometri) e punta sempre lo stesso lato di Giove. È l’area più vulcanicamente attiva nel sistema solare, con centinaia di vulcani e alcune fontane di lava in eruzione alte decine di miglia. In particolare si tratta del più interno dei quattro satelliti medicei, il quarto satellite del sistema solare per dimensione e quello più denso di tutti. Il suo nome deriva da quello di una delle molte amanti di Zeus secondo la mitologia greca. Con oltre 300 vulcani attivi, come detto, è l’area più geologicamente più attiva del sistema solare. Molti vulcani producono pennacchi di zolfo e biossido di zolfo che si elevano fino a 500 chilometri sulla sua superficie. Questa è costellata di oltre 100 montagne che sono state sollevate dalla compressione della crosta di silicati, con alcuni di questi picchi che arrivano ad essere addirittura più alti dell'Everest.

L’attività di Io

La straordinaria attività di Io è il risultato di un particolare movimento tra la potente gravità di Giove e quelli di due lune vicine che orbitano intorno a Giove, Europa e Ganimede. Sia Io sia questi ultimi sono comunemente definiti satelliti medicei (o galileiani), essendo con Callisto i quattro satelliti maggiori di Giove, scoperti da Galileo Galilei e Simon Marius e chiaramente visibili dalla Terra anche tramite piccoli telescopi. Ganimede, in particolare, è così luminoso che se non si trovasse vicino a Giove sarebbe visibile anche ad occhio nudo, di notte, nel cielo terrestre. La prima osservazione di questi satelliti da parte di Galileo risale al 7 gennaio 1610. L'orbita di Io attraversa anche le potenti linee di forza magnetiche di Giove, trasformandola in una sorta di generatore elettrico. Io, stando agli esperti, può sviluppare una corrente dell’intensità di 3 milioni di ampere. Questa corrente viaggia lungo le linee del campo magnetico di Giove fino alla superficie del pianeta, creando dei fulmini nell'atmosfera.

Il lavoro della sonda Juno

Juno, la sonda spaziale robotica della Nasa, è in orbita attorno a Giove dal 2016, ed il suo obiettivo è quello di misurare la composizione di Giove, il campo di gravità, il campo magnetico e la magnetosfera polare del pianeta gassoso. Tra le diverse scoperte già effettuate, quella secondo cui il campo magnetico di Giove è sorprendentemente grumoso e per cui alcuni sistemi di nuvole di Giove viaggiano per circa 3000 chilometri nel pianeta.  

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