Hayabusa 2 è atterrata per la seconda volta sull’asteroide Ryugu

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

La sonda della Jaxa è tornata sul corpo celeste per recuperare i frammenti di roccia che aveva prodotto lo scorso aprile, quando aveva provocato un’esplosione sul planetoide 

Alle 3:30, ora italiana, di giovedì 11 luglio, la sonda giapponese Hayabusa 2 è atterrata per la seconda volta sull’asteroide 162173 Ryugu, distante circa 340 milioni di chilometri dalla Terra. Lo ha annunciato ufficialmente la Jaxa, l’Agenzia spaziale giapponese. La sonda ha recuperato i frammenti di roccia che aveva prodotto lo scorso aprile, quando aveva provocato un’esplosione sul corpo celeste: se tutto andrà come previsto, li porterà sulla Terra entro la fine del 2020. L’operazione si è svolta molto rapidamente: una volta recuperati i campioni, Hayabusa 2 ha ripreso il volo dopo pochi minuti. "L'analisi dei dati conferma che la sequenza di discesa è avvenuta con successo e che la sonda sta funzionando normalmente", ha reso noto la Jaxa. “Abbiamo raccolto un pezzo di storia del Sistema Solare”, ha affermato con entusiasmo Yuichi Tsuda, il responsabile del progetto.

Il ‘viaggio’ della sonda Hayabusa 2

Dopo essere stata lanciata nel 2014 dal centro spaziale dell’isola Tanegashima, nel Giappone meridionale, la sonda ha raggiunto l’asteroide 162173 Ryugu a metà del 2018. L’analisi del corpo celeste, dal diametro medio di 0,87 km, potrebbe aiutare la comunità scientifica a ottenere una migliore comprensione delle origini del Sistema Solare e dell’acqua allo stato liquido sulla Terra. Il primo atterraggio della sonda su Ryugu è avvenuto lo scorso febbraio e l’evento è stato trasmesso in diretta streaming dalla Jaxa. In seguito, Hayabusa 2 ha lanciato una piccola carica esplosiva contro l’asteroide, consentendo la creazione di un cratere in cui sono conservati dei minerali ‘puri’, cioè che non sono mai stati esposti alle radiazioni solari, ai raggi cosmici e agli sbalzi di temperatura. L’intera operazione, definita dalla Jaxa come “il primo esperimento di collisione con un asteroide”, è stata filmata da un rover dotato di telecamera. Ora la sonda è tornata una seconda volta su Ryugu per recuperare i frammenti di roccia e dare agli esperti la possibilità di analizzarli.

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