Scoperti due pianeti simili alla Terra a 12,46 anni luce dal Sole

Scienze
Ricostruzione artistica del sistema stellare Teegarden (Università di Gottinga)

Sono stati individuati da un team di ricerca internazionale, coordinato dall’Università di Gottinga, tramite lo spettrografo ad alta risoluzione CARMENES. Entrambi gli esopianeti si trovano nella fascia di abitabilità 

Nella costellazione dell’Ariete, due esopianeti simili alla Terra e potenzialmente abitabili orbitano attorno alla stella Teegarden, distante 12,46 anni luce dal Sole. Sono stati scoperti da un team di ricerca internazionale, coordinato dall’Università di Gottinga (in Germania), tramite lo spettrografo ad alta risoluzione CARMENES (Calar Alto high-Resolution search for M dwarfs with Exoearths with Near-infrared and optical Échelle Spectrographs). Allo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista di settore Astronomy & Atrophysics, ha partecipato anche Luigi Mancini, ricercatore dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

La scoperta degli esopianeti

"Lo scopo del progetto Carmenes è trovare pianeti di tipo terrestre abitabili intorno a piccole stelle vicine al Sole", spiega Luigi Mancini. “Le due sorelle della Terra, battezzate Teegarden b e c, orbitano intorno alla propria stella madre in 4,9 e 11,4 giorni”, aggiunge l’esperto. La stella Teegarden, scoperta nel 2003, è una nana rossa 10 volte più piccola del Sole e 1.500 volte meno luminosa. "I due pianeti sono stati trovati, dopo tre anni di osservazioni, con la cosiddetta tecnica Doppler, studiando cioè la variazione della velocità radiale della stella, quella in direzione dell'osservatore. Come la variazione del suono di un'ambulanza che si avvicina o si allontana da noi", chiarisce Mancini.

Gli esopianeti più simili alla Terra

Teegarden b e c sono i due esopianeti più simili alla Terra tra tutti quelli scoperti finora e hanno attirato immediatamente l’attenzione della comunità scientifica. In particolare, Teegarden b ha il più alto indice di somiglianza col globo terrestre tra gli oltre 4.000 esopianeti individuati dai ricercatori nel corso degli anni. Luigi Mancini spiega che entrambi i corpi celesti si trovano nella cosiddetta fascia di abitabilità, “la regione di spazio a una distanza dalla stella madre tale da avere la temperatura giusta per la presenza di acqua allo stato liquido”. Il prossimo obiettivo dei ricercatori è osservare direttamente i due esopianeti con telescopi di nuova generazione, come l'E-ELT (European-Extremely Large Telescope) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), e il TMT (Thirty Meter Telescope) americano. “Con questi nuovi occhi potremo, per esempio, capire se hanno un'atmosfera, in cui poi cercare eventuali segni di presenza di molecole legate alla vita", conclude Mancini. 

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