
Spazio, cinque anni fa la sonda della Nasa New Horizons raggiunse Plutone. FOTOSTORY
Lanciata nello spazio nel gennaio 2006, con l’obiettivo primario di studiare la geologia e la morfologia del pianeta nano e del suo satellite Caronte, il 14 luglio 2015 è passata a 12.500 chilometri dalla superficie del primo e a 28.800 chilometri da quella del secondo, sfrecciando alla velocità di 50.000 chilometri all’ora. Ha documentato con straordinarie fotografie montagne di ghiaccio e un pianeta giovane, ancora geologicamente attivo, ed il veicolo spaziale che ha raggiunto il punto più distante dalla Terra

Era il 14 luglio 2015 quando la Nasa ha potuto dichiarare compiuta la prima storica missione della New Horizons: la sonda, lanciata nello spazio nel gennaio 2006, alle 13 e 49 ora italiana si è avvicinata a Plutone, ai confini del Sistema Solare. Dopo circa 15 minuti è passata vicino alla più grande delle sue cinque lune, Caronte, con cui il pianetino forma un sistema binario
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La sonda è passata a 12.500 chilometri dalla superficie del pianeta nano e a 28.800 chilometri da quella di Caronte, sfrecciando alla velocità di 50.000 chilometri all’ora. Ha fotografato montagne di ghiaccio e un pianeta giovane, ancora geologicamente attivo
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Quando la missione New Horizons era cominciata, nel gennaio 2006, Plutone era ancora il nono pianeta del Sistema Solare. Qualche mese più tardi, il 24 agosto, è stato però declassato a pianeta nano dall'Unione Astronomica Internazionale (Iau)
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Il lancio è avvenuto il 19 gennaio 2006 dalla base di Cape Canaveral, negli Stati Uniti
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L'obiettivo primario della sonda è quello di studiare la geologia e la morfologia del pianeta nano Plutone e del suo satellite Caronte, creare una mappa della superficie dei due corpi celesti e analizzarne l’atmosfera

Con una velocità di 58.536 chilometri all'ora, raggiunta allo spegnimento del terzo stadio, è l'oggetto artificiale che ha raggiunto la velocità maggiore nel lasciare la Terra

È il veicolo spaziale più veloce mai costruito. La sonda contiene anche una parte delle ceneri di Clyde Tombaugh, l'astronomo che nel 1930 scoprì Plutone

La sonda nel suo viaggio ha fatto prima rotta per Giove, raggiunto nel febbraio del 2007: il campo gravitazionale del pianeta è stato sfruttato per una manovra di fionda gravitazionale

Dopo 9 anni, 5 mesi e 25 giorni di viaggio nello spazio, il 14 luglio 2015, alle 13:49 ora italiana, New Horizons ha raggiunto il punto di massimo avvicinamento a Plutone, a 12.500 km dalla superficie del pianeta e a una velocità relativa di 11 chilometri al secondo

Situato nella fascia di Kuiper, la regione più esterna del Sistema Solare popolata da pianetini e piccoli oggetti ghiacciati, Plutone era fino a quel momento l'obiettivo più distante mai raggiunto da un veicolo spaziale

I primi dati inviati da New Horizons hanno indicato che è un po' più grande del previsto: dalle stime precedenti, comprese fra 2.274 e 2.301 chilometri, è stato ricalcolato in circa 2.370 chilometri

Durante il passaggio ravvicinato la sonda è inizialmente entrata in silenzio radio, "concentrata" a catturare dati

Soltanto nella notte tra il 14 e il 15 luglio ha "telefonato a casa" inviando un bip carico di significato

Era il segnale che il passaggio ravvicinato era avvenuto con successo e che la sonda godeva di ottima salute

L'evento storico è stato salutato da un lungo applauso nel centro di controllo della Nasa

Per l'amministratore capo dell'Agenzia spaziale americana, Charles Bolden, la missione ha completato l'esplorazione del Sistema Solare cominciata 50 anni prima

La prima foto ravvicinata di Marte è stata infatti scattata dalla sonda Mariner 4 il 15 luglio 1965

Durante il passaggio ravvicinato a Plutone, New Horizons in un tempo brevissimo ha dovuto concentrare centinaia di osservazioni e dati: da quelli sulla superficie del pianeta nano a quelli sulla composizione della sua atmosfera, fino alle informazioni sulle sue cinque lune (dal nome suggestivo e tenebroso, come quello di Plutone: Caronte, Notte, Idra, Cerbero e Stige)

Una delle novità dopo l'invio delle prime immagini è stata la scoperta che vicino all'equatore di Plutone ci sono delle montagne di ghiaccio, alte fino a 3.500 metri, presenti nel bordo inferiore del "cuore" del pianeta nano

Un indizio che sul pianeta nano vi è un'attività vulcanica. A differenza dei vulcani presenti sulla Terra che eruttano lava, quelli ipotizzati su Plutone eruttano ghiaccio, azoto, metano e monossido di carbonio (criovulcani) ringiovanendo la sua superficie

La densità di Plutone, di due grammi per centimetro cubo (quella del ghiaccio è di un grammo per centimetro cubo), ha mostrato che il pianetino è formato da un nucleo roccioso circondato da un mantello di ghiaccio d'acqua misto ad azoto, metano e monossido di carbonio, e da una crosta ghiacciata. Questi elementi presenti all'interno di Plutone vengono emessi in superficie dall'attività vulcanica

Oltre a Plutone, New Horizons ha inviato immagini anche di due dei suoi satelliti, Idra e Caronte. La piccola luna Idra, che misura 43 chilometri per 33, sembra composta prevalentemente da ghiaccio d'acqua. Caronte, il satellite più grande e vicino a Plutone, ha invece una superficie giovane, segnata da crateri e da un canyon profondo fino a 9 chilometri

Dopo aver fatto visita a Plutone, la sonda dell’Agenzia spaziale americana ha proseguito il suo viaggio, durato 13 anni, verso la fascia di Kuiper, una cintura popolata da piccoli corpi di ghiaccio che si trova oltre l'orbita di Nettuno. Qui è arrivata a sfiorare Ultima Thule, un piccolo mondo ghiacciato distante dalla Terra più di 6,4 miliardi di chilometri, ai margini del sistema solare. New Horizons resterà attiva fino alla fine del 2020