Intrigo (spaziale) internazionale

Quando mancano poche settimane al lancio di un’importante missione spaziale da Cape Canaveral, il componente russo dell’equipaggio viene sostituito all’improvviso perché sospettato di aver fotografato materiale top secret. Vi sembra la trama di un film di spionaggio? State sbagliando: è successo davvero, solo pochi giorni fa, alla missione Crew-12 Ne avevamo sentito parlare giusto a Brema, all’ultima Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea, della missione Crew-12, quando nella conferenza stampa finale era stato menzionato con enfasi il prossimo lancio, previsto a metà febbraio 2026, dell’astronauta francese Sophie Adenot verso la Stazione spaziale internazionale. Una settimana dopo quella stessa missione finisce al centro di un giallo altrettanto internazionale, precipitando la comunità spaziale in un clima stile The Americans, pluripremiata serie Tv su una coppia di spie sovietiche infiltrate negli anni ’80 su suolo americano. I fatti per come li conosciamo: il 2 dicembre, con uno scarno comunicato, l’Agenzia spaziale russa Roscosmos diffonde la notizia che Oleg Artemyev, cosmonauta con un curriculum da veterano dello spazio, fino a quel momento in addestramento per partecipare alla missione Crew -12 con Sophie Adenot e un paio di astronauti della NASA, è stato trasferito ad altro incarico. A prendere il suo posto arriva il collega Andrej Fedjaev, che è stato già inserito nell’equipaggio selezionato per la missione commerciale gestita dalla NASA con la collaborazione dell’ESA e operata con un lanciatore e una navetta targate SpaceX. Strano, viene da pensare, considerando che Artemyev ha accumulato più esperienza di Fedajev oltre l’atmosfera, con 560 giorni in orbita, tre permanenze a bordo della ISS e otto attività extraveicolari al suo attivo, mentre il collega cosmonauta, di undici anni più giovane, di missioni ne ha svolta una sola, nel 2023, come parte dell’equipaggio Crew-6 e ora, con questa inaspettata promozione sul campo, si guadagna il suo personale record: sarà il primo russo a volare per la seconda volta a bordo del taxi per lo spazio di Elon Musk. Il 3 dicembre il sito di The Moscow Times, riportando la notizia dell’allontanamento del cosmonauta dalla missione di SpaceX, parla nel titolo di presunta violazione delle norme di sicurezza e nell’articolo cita il media investigativo The Insider, secondo il quale Oleg Artemyev, durante un addestramento presso la sede di SpaceX a Hawthorne, in California, avrebbe fotografato e sottratto documenti riservati utilizzando il suo smartphone. Risultato: un’indagine congiunta tra agenzie spaziali, che al momento non rilasciano ulteriori spiegazioni o dichiarazioni. Neanche SpaceX, società privata di Elon Musk che costruisce e gestisce la navetta Crew Dragon per portare equipaggi a bordo della Stazione spaziale e riportarli sulla Terra, commenta la presunta violazione dei suoi segreti industriali, ma solo ripensando ai nostri tentativi andati a vuoto di ottenere il permesso per una visita al suo quartier generale in California di recente, non facciamo fatica a credere che abbia preso la faccenda molto sul serio. "È difficile immaginare che un cosmonauta esperto possa commettere un errore così grave involontariamente" continua poi l’articolo del The Moscow Times citando la fonte di The Insider, l'analista di cose spaziali Georgy Trishkin, una soffiata sul fuoco dei sospetti. Di esperienza in effetti Oleg Artemyev ne ha accumulata tanta, in patria è stato più volte premiato per l’eroismo e il coraggio dimostrato nei suoi viaggi spaziali. Nel 2022 ha condiviso il ristretto spazio della Stazione Internazionale con Samantha Cristoforetti, impegnata nella sua seconda missione Minerva. Ha anche svolto un’attività extraveicolare con l’astronauta italiana, che è diventata così la prima europea a uscire fuori dalla ISS e a farlo con tuta russa Orlan. Cristoforetti non commenta la notizia, ma quelli che conoscono il cosmonauta - 55 anni, una parentesi da politico nel partito Russia unita con l’elezione nel 2019 nella Duma di Mosca -sostengono che non perda occasione per fotografare. Uno dallo scatto facile, insomma, la cui inclinazione a immortalare compulsivamente per accumulare ricordi delle sue missioni ora lo mette nei guai, che sia per dolo o imperizia. Accusato di aver violato l’International Traffic in Arms Regulations, normative statunitensi a difesa della sicurezza nazionale riguardo a esportazioni di informazioni e tecnologie sensibili, perde il suo passaggio per lo spazio, cacciato in tronco dalla missione alla quale si stava addestrando da tempo. Il collega Andrej Fedjaev, che gli subentra in corsa, dovrà fare un corso accelerato per prepararsi alla partenza, prevista al momento per metà febbraio. “La ISS è un concetto, che attraverso la cooperazione internazionale per un progetto più grande del singolo Paese e della singola Agenzia dimostra come si possano superare barriere tecnologiche, linguistiche e di retaggio culturale per creare unione tra i popoli e le persone, tutti accomunati da questo stesso sogno del volo spaziale” aveva detto solo qualche giorno fa a Sky Tg24 Insider l’astronauta italiano dell’ESA Luca Parmitano parlando di eredità della Stazione Internazionale. Una casa spaziale comune, dove nonostante le tensioni geopolitiche terrestri, continuano ad operare insieme russi, europei e americani, come dimostra il tutto esaurito agli attracchi per navette di qualche giorno fa, con le otto postazioni per cargo e passeggeri al completo. Quell’ avamposto umano nello spazio, a seguito della fine del programma Shuttle e fino all’arrivo dei privati e dei voli commerciali si raggiungeva solo pagando il biglietto per un posto a bordo delle Soyuz russe, che ora, e questa è la seconda notizia della settimana, rischiano di restare a terra per un tempo indefinito a causa dei seri danni subiti in seguito all’ultimo lancio, il 27 novembre scorso, di due cosmonauti e un astronauta americano dalla piattaforma del sito 31 dello storico cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, l’unica idonea al momento per i lanci di equipaggi e navette cargo verso la Stazione Spaziale Internazionale. Roscosmos ha rassicurato sul fatto di riuscire presto a sistemarla e riparare il danno, ma restano i dubbi sui tempi necessari per riportarla in funzione. Fino a quel momento i russi dipenderanno dai mezzi americani per continuare ad operare a bordo della ISS. E allora, cosmonauta avvisato...

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Marta Meli