
Nel corso della storia dell'umanità, numerose guerre e battaglie sono state combattute con le strategie più diverse. Tuttavia, a volte i risultati sono stati influenzati da fattori esterni, come le condizioni meteorologiche
Come ogni anno, il 23 marzo si festeggia la Giornata mondiale della meteorologia. Un evento che vuole ricordarci dell’importanza delle conquiste e dei progressi della meteorologia, ma anche sensibilizzare e aiutare a comprendere i cambiamenti climatici in corso. Dal 1961 la Giornata mondiale della meteorologia ricorda quanto i Servizi Meteorologici e Idrologici siano fondamentali per la salvaguardia e il benessere delle persone in tutto il mondo. L’iniziativa infatti non si ferma soltanto al tempo atmosferico, ma si focalizza anche su tematiche di stretta attualità legate al cambiamento climatico e alla promozione di uno sviluppo più sostenibile.
Il rispetto dell'ambiente
Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una sempre crescente emergenza rispetto ai fenomeni climatici. La Giornata mondiale della meteorologia vuole essere un’occasione per rafforzare la consapevolezza pubblica sui problemi climatici e stimolare un’azione collettiva verso soluzioni più verdi e rispettose dell’ambiente. Dall'innalzamento dei mari al riscaldamento delle temperature fino agli uragani più selvaggi e ai tornado, gli impatti del cambiamento climatico stanno peggiorando sempre di più. In ogni continente, la vita come la conosciamo sta cambiando a causa dell'aumento delle temperature - e non in positivo. E la parte più devastante del cambiamento climatico è proprio l'impatto dell'uomo. Perché sebbene possa avere un impatto su tutti, non ha un impatto su tutti allo stesso modo.
Lo studio
Un nuovo studio del World Weather Attribution (WWA) dell'Imperial College di Londra mette i correlazione l'intensificazione degli eventi meteorologici estremi che hanno causato più morti nel mondo nel periodo 2004-2024 con le emissioni di gas serra legate alle attività umane. Dalle inondazioni che hanno spazzato via Derna, in Libia, nel 2023 andando indietro nel tempo fino ai cicloni che nel 2007 e 2008 hanno causato migliaia di morti in Bangladesh e Myanmar, passando per le ondate di caldo che hanno colpito l'Europa nel 2022-2023. "Continuando a usare combustibili fossili la situazione non potrà che peggiorare", avvertono gli esperti in vista della Cop29 di Baku, dove si discuterà delle misure contro la crisi climatica globale.
La paleoclimatologia
Oggi la paleoclimatologia (la ricostruzione del clima globale del passato) si affianca alla storia per dare nuova luce alla fine di alcune grandi civiltà antiche. Tanto per darne un esempio, il drastico abbassamento delle temperature alla fine del- l’Età del Bronzo (circa 800 a.C.) aprì le porte all’Età del Ferro

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Dalle carestie alle eruzioni
Nel corso della storia dell'umanità, numerose guerre e battaglie sono state combattute con le strategie più diverse. Tuttavia, a volte i risultati sono stati influenzati da fattori esterni, come le condizioni meteorologiche! Siccità, alluvioni, eruzioni vulcaniche hanno segnato la fine di imperi e scatenato rivoluzioni. Tra il 1770 e il 1790, l’Europa fu colpita da gravi carestie causate da motivi climatici. Infatti, tra il XVII e il XIX secolo il pianeta fu investito dalla Piccola Età glaciale, il periodo più freddo del millennio scorso. Inoltre, la gigantesca eruzione del vulcano islandese Laki (1783-1784) abbassò di un ulteriore grado la temperatura terrestre. Data la scarsità di cibo, nel 1785 la monarchia francese chiese aiuto all’Inghilterra che in cambio introdusse diverse merci in Francia, indebolendo l’economia nazionale. Tre anni dopo, una enorme tempesta di grandine devastò le regioni intorno a Parigi e a dicembre del 1788 fu registrato uno degli inverni più freddi dell’intero millennio. Sette mesi più tardi, nel giorno del picco del prezzo dei cereali nella capitale francese, il popolo francese assaltò la prigione della Bastiglia.
I fatti più recenti
Oltre duecento anni dopo, all’inizio del 2011, le 'rivolte del pane' sono state l’innesco principale della cosiddetta 'primavera araba': un’ondata di sommosse popolari che ha interessato molti paesi tra cui la Tunisia, l’Algeria, la Libia, l’Egitto, la Siria, lo Yemen, la Giordania, il Mali e l’Iraq. Il prezzo dei cereali era schizzato a livello globale, e al centro del problema del pane c’era la siccità: a causa del surriscaldamento globale, le risorse idriche in Africa e Medio Oriente sono sempre più scarse. Basti pensare che la Siria negli ultimi 7 anni ha conosciuto la più grave siccità dagli albori della civiltà neolitica. Ma le rivolte del presente sono sorelle delle rivoluzioni del passato, figlie entrambe degli sconvolgimenti climatici che hanno interessato il Pianeta.
