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Asteroide Bennu, trovate tracce dei "mattoni della vita". La scoperta

Scienze
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Nasa, scoperte tracce di vita in asteroide Bennu
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Nasa, scoperte tracce di vita in asteroide Bennu
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Sui campioni dell’asteroide, portati sulla Terra dalla missione Osiris-Rex della Nasa, sono state rilevate una grande varietà di molecole organiche e altre sostanze che potrebbero contribuire a fare luce sull’origine della vita. I risultati sono stati pubblicati in due articoli su Nature e Nature Astronomy

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Un'importante scoperta arriva dall'asteroide Bennu, grazie alla missione Osiris-Rex della Nasa. Sui campioni prelevati sono state rilevate tracce dei “mattoni della vita”, ovvero una varietà di molecole organiche e di altre sostanze la cui presenza potrebbe contribuire a fare luce sull’origine della vita. I risultati sono stati pubblicati in due articoli su Nature e Nature Astronomy. Ma perché questa scoperta è così rilevante e quali sono esattamente i "mattoni della vita" individuati?

La scoperta nel dettaglio  

Sui campioni prelevati dall’asteroide, i ricercatori hanno individuato 14 dei 20 amminoacidi presenti sulla Terra e tutte e cinque le basi dell’alfabeto della vita che si trovano nelle molecole di Dna e Rna. È inoltre stata rilevata la presenza di sali minerali che si sono formati nel corpo celeste dal quale ha avuto origine Bennu in seguito a un impatto. Rilevamento che consentirà ai ricercatori di avere accesso a nuove informazioni sulla chimica del Sistema solare primitivo. Come spiegato dagli autori dei 2 studi, queste scoperte sono state possibili perché i campioni di Bennu sono rimasti incontaminati dal loro prelevamento fino all’arrivo sulla terra.

Lo studio su Nature Astronomy

Nello specifico, nell’articolo pubblicato su Nature Astronomy, i ricercatori coordinati da Daniel Glavi del Goddard Space Flight Center della Nasa, hanno riportato la scoperta di migliaia di composti organici, compresi 14 amminoacidi alla base della vita sulla Terra, 19 amminoacidi non proteinogenici (che non sono coinvolti nella struttura delle proteine), più le cinque basi che costituiscono Dna e Rna: adenina, guanina, citosina, timina e uracile. Lo studio ha inoltre rilevato che Bennu è ricco di composti a base di azoto e ammoniaca, che si sono formati miliardi di anni fa nelle regioni più esterne e fredde del Sistema solare. Secondo i ricercatori, la materia organica trovata nei campioni mostra una complessità maggiore rispetto a quella terrestre, il che suggerisce che il corpo celeste dal quale Bennu ha avuto origine si trovasse nella fascia più esterna del Sistema solare, dove l’ammoniaca è stabile.

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La ricerca su Nature

La ricerca pubblicata su Nature e coordinata da Timothy McCoy, del Museo di Storia Naturale della Smithsonian Institution, ha invece rilevato nei campioni di Bennu una varietà di sali minerali. Tra questi ci sono fosfati contenenti sodio, carbonati, solfati, cloruri e fluoruri, tutti ricchi di sodio. Questi sali, secondo gli autori, si sono probabilmente formati a seguito di un processo di evaporazione dell’acqua avvenuto miliardi di anni fa sul corpo celeste da cui Bennu ha avuto origine.

L’importanza della scoperta dei “mattoni della vita” su Bennu

Che gli asteroidi contenessero materia organica era una supposizione già avanzata da tempo, supportata anche da tracce rilevate nei meteoriti caduti sulla Terra. Tuttavia, questa scoperta conferma che gli asteroidi, come Bennu, contengono gli elementi alla base della vita e che potrebbero averli portati sulla Terra. La scoperta di amminoacidi e basi di Dna e Rna sui campioni dell’asteroide Bennu “dimostra per la prima volta l’abbondanza della materia organica tipica della vita” su un corpo celeste di questo tipo e “conferma le attese della comunità scientifica”, ha commentato all'Ansa John Brucato, astrobiologo dell’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto nazionale di astrofisica. Finora gli amminoacidi sono stati scoperti nei meteoriti, ossia in frammenti di asteroidi caduti sulla Terra, “ma i meteoriti avrebbero potuto subire alterazioni a causa del contatto con l’atmosfera o nell’ambiente terrestre. C’è sempre stato il dubbio che gli amminoacidi trovati fossero terrestri”. Per questo, ha osservato Brucato, “è nata l’idea di organizzare missioni spaziali per andare a raccogliere i campioni direttamente sugli asteroidi”. Sono nate così la missione Osiris-Rex della Nasa, partita nel 2018 e che nel 2023 ha portato sulla Terra rocce e polveri dell’asteroide Bennu, e la missione Hayabusa-2 dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa, che nel 2020 ha portato a Terra i campioni dell’asteroide Ryugu. “La potenziale presenza di acqua, insieme alle basi azotate solleva interrogativi interessanti sul potenziale per la sintesi organica prebiotica, il processo che crea i mattoni della vita, che richiederà ulteriori indagini”, hanno concluso gli autori.

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