Science, Please: Basaglia, il medico e l'intellettuale

Scienze
Roberto Palladino

Roberto Palladino

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Cento anni fa nasceva Franco Basaglia, lo psichiatra italiano che rivoluzionò l'approccio alla salute mentale. Grazie a lui con la legge 180 l'Italia nel 1978 abolì i manicomi. Un grande medico, ma anche un importante intellettuale. Di questo lato meno conosciuto di Basaglia parlano a Science, Please - il podcast di scienza e medicina di Sky TG24 - lo Psichiatra Mario Colucci e il filosofo Pierangelo Di Vittorio autori per Feltrinelli di: "Franco Basaglia, un intellettuale nelle pratiche"

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"Franco Basaglia è stato un uomo che ha attraversato i saperi e quindi ha saputo andare al di là del sapere, della psichiatria e lo ha fatto anche un po' a suo rischio e pericolo, come? Soprattutto attraversando il mondo della filosofia, della sociologia. E' un uomo che può insegnare molto oggi, per quanto la sua figura può sembrare inattuale nella nostra epoca, è un uomo che va contro gli specialismi. Potremmo dire un antispecialista innanzitutto" Così Mario Colucci inizia a Science, Please il racconto della sua visione di Franco Basaglia.  La ricerca, iniziata negli anni '90 quando da giovane medico decise di andare dalla sua Bari a Trieste, lì dove il celebre psichiatra segnò alcuni dei passaggi più importanti della sua carriera. Colucci, oggi psichiatra presso il Dipartimento di salute mentale di Trieste, non era però solo: in quel viaggio ritrovò il suo amico e compagno di scuola Pierangelo Di Vittorio, che dopo la laurea in filosofia decise anche lui di intraprendere un percorso simile. 

"Mentre il laureato in Filosofia s’immergeva nelle pratiche di salute mentale, lo specializzato in Psichiatria s’iscriveva alla facoltà di Filosofia. Così tutto è cominciato e, con la scoperta di Basaglia, il rapporto è proseguito, intensificandosi, tra interminabili discussioni, nelle quali si condividevano vissuti e si scambiavano punti di vista" Colucci e Di Vittorio ricordano così quegli anni entusiasmanti nella prefazione di "Franco Basaglia, un intellettuale nelle pratiche" il libro appena uscita per Feltrinelli in occasione dei cento anni dalla nascita del grande medico. 

Franco Basaglia, un intellettuale nelle pratiche. Feltrinelli

Il salto nel buio di Basaglia

 

"Dobbiamo anche immedesimarci in questo percorso di vita in cui una persona che aveva uno status legato al suo sapere e che aveva un potere enorme" ricorda Di Vittorio a Science, Please. "All'epoca di Basaglia, il direttore del manicomio era il signore assoluto sì di un'isola dei dannati, ma comunque aveva un potere enorme, un mandato sociale enorme. Rinunciare a tutto ciò significa affrontare un viaggio che sul piano soggettivo è un viaggio che rasenta la follia, è un viaggio di trasformazione, di lacerazioni, di inimicizia. Ecco, noi dobbiamo prendere sul serio l'idea del salto nel buio, al di là dell'immagine plastica. "Basaglia" - prosegue Di Vittorio - "rischiando la propria identità, il proprio potere riesce finalmente, grazie anche a questa costellazione di saperi critici che gli danno una grossa mano, ad arrivare alla fine a reinventare, prima all'interno dei manicomi e poi per tutta la società,  una nuova forma di legame sociale." 

Il francobollo dedicato ai cento anni dalla nascita di Basaglia
Il francobollo dedicato ai cento anni dalla nascita di Basaglia - ©Ansa

L'eredità di Basaglia e le nuove emergenze

"Basaglia" - conclude Coluccci - "un po'  ti fa capire come nel nostro lavoro bisogna reintrodurre una dimensione che è di tipo etico, politico, perché la dimensione, come dire, specialistica, spesso rischia di assolvere il professionista rispetto alle alle peggiori pratiche dicendo:  beh, ma si fa così dappertutto e quindi lo faccio anch'io.

"Basaglia aveva di fronte una situazione in cui in Italia considerate che negli anni '50 e '60 si è arrivati praticamente a 100.000 internati nel nostro paese. Oggi -  prosegue Colucci -  ci troviamo una scena che è molto cambiata, non ci sono più gli ospedali psichiatrici, anche se esistono tantissimi contenitori istituzionali che sono altrettanto duri. Noi abbiamo la realtà che oggi fatta di di nuove emergenze. E io ne segnalerei due: una riguarda sicuramente quella del manifestarsi del disagio negli adolescenti oggi in un'incertezza epocale rispetto al proprio futuro e poi c'è  quella delle popolazioni di altre culture che arrivano nel nostro paese. La salute mentale dei migranti ci mette a dura prova perché io lo dico in maniera molto franca, non siamo preparati".

 

Questa è solo un'anticipazione della nuova puntata. Ascoltala qui o sul player alla fine dell'articolo

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