Ragazze nella scienza: Maria Marcello, promessa dell'ingegneria

Scienze
Monica Peruzzi

Monica Peruzzi

L'11 febbraio è la giornata mondiale delle reagazze nelle Stem (ovvero tutte le materie tecnico-scientifiche, come matematica, ingegneria, informatica, robotica) nata per abbattere lo stereotipo pericoloso e infondato che le ragazze siano più portate per percorsi umanistici. E' un fattore solo culturale che nasconde un pericolo di cui non si parla: senza queste competenze le donne saranno escluse dal lavoro di domani

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Immaginate un’auto che circola per le strade della vostra città, mentre chi dovrebbe essere al volante legge un libro. Oppure che quella stessa vettura possa spostarsi autonomamente da un punto a un altro per imbarcare il condecente successivo. Questo è il progetto cui sta lavorando Maria Marcello, 25 anni, una delle promesse dell’ingegneria italiana, una di quelle ragazze (ancora troppo poche) che non si sono lasciate influenzare dal vecchio stereotipo - pericoloso quanto infondato - che le donne non siano portate per le materie tecnico-scientifiche. Oggi, insieme al suo team, trasforma le vetture di serie in veicoli completamente autonomi.  

Il progetto "1000 miglia autonomous drive"

"Abbiamo un progetto molto particolare che si chiama '1000 miglia autonomous drive', che ha come obiettivo quello di sperimentare veicoli a guida autonoma su strada pubblica e sfrutta alcuni eventi, durante l’anno, per testare il veicolo la tecnologia in ambienti un po’ particolari uno di questi eventi è proprio quello della 1000 miglia", spiega Marcello. "L’anno scorso abbiamo affrontato il percorso della 1000 miglia, percorrendo alcuni tratti in modalità di guida autonoma fra Milano, Bergamo, Brescia, Ferrara, Modena e Parma. Il nostro prossimo obiettivo è quello di prendere parte alla 1000 miglia 2024  cercando di fare ancora più strade in modalità di guida autonoma. Tutto questo, chiaramente, ha una ragione: vogliamo spostarci verso un concetto di mobilità diverso da quella che viviamo oggi, con una macchina di proprietà per ciascuno. Il modello che abbiamo in mente è quello di mobilità molto più sostenibile, con le auto condivise, elettriche e anche autonome".

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L’ultimo rapporto ANVUR sui dati delle immatricolazioni nelle università tecnico-scientifiche, ci rivelano che, nonostante gli sforzi, la presenza femminile è pressoché bloccata da 10 anni al 39%. Percentuale che scende al 22% se si guarda a ingegneria e al 20% a informatica. Eppure senza queste competenze rischiamo di essere ancora ai margini della storia, perché saremo escluse dai lavori di domani. Economia verde, robotica, la rivoluzione dell'AI, stanno trasformando il mondo con una velocità mai vista prima. Queste evoluzioni, anche se dovremmo parlare di autentiche "rivoluzioni", toccheranno anche le mansioni femminili e il rischio, come l'Ocse ha anticipato già agli albori dei primi algoritmi, è che si alimentino le disuguaglianze, propagando stereotipi tossici da cui sarà sempre più difficile liberarsi. Poiché le mansioni subiranno trasformazioni, e tenendo conto di come il lavoro sia distribuito in base al genere, le donne, a oggi, saranno quelle più penalizzate, proprio per la mancanza di queste competenze. Le nuove figure professionali che emergeranno avranno necessariamente bisogno di dimestichezza con discipline stem e informatiche. Anche perché l'AI prenderà il posto, più o meno velocemente, di quelle occupazioni più manuali e legate ai servizi, oggi ricoperte dalle donne nella maggior parte. "Nel mio corso di laurea, come percentuale era un po’ bassa, penso intorno al 10%", spiega l'ingegnera Marcello.

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Le donne restano ancora ai margini 

"All’interno del mio team, che si occupa specificatamente di questo progetto di guida autonoma, ci sono diverse donne, perché fanno parte di molte ditte collegate. Una delle problematiche che mi trovo ad affrontare è che spesso non si aspettano una figura come la mia che ricopre il mio ruolo, quindi bisogna impegnarsi un po’ di più per dare validità alla mia professionalità", specifica la ricercatrice. Sono passati quasi 40 anni da quando la Professoressa Rita Levi Montalcini venne insignita del Premio Nobel per la Medicina: è divenuto celebre il suo racconto di un episodio che visse durante una conferenza internazionale, quando le chiesero se fosse lì con suo marito, perché sembrava impossibile che fosse lei la relatrice fra gli scienziati, e lei rispose: "Sono io mio marito". Eppure ancora sono stati fatti pochi passi avanti, porprio perché le donne restano ai margini di questi percorsi. Per invertire questa tendenza serve supporto, da parte della scuola, della famiglia, del contesto che circonda le ragazze fin dal primo anno delle elementari - perché è allora che inizia a radicarsi la convinzione di non essere portate per queste materie. 

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Il gender dream gap comincia a 6 anni di età

"Fortunatamente ho avuto sempre un supporto e un sostegno molto positivo da parte della mia famiglia, ma anche della scuola, prima di frequentare l’università - racconta l'ingegnera - Parlo con i miei amici o le persone che mi stanno intorno e la domanda sorge spontanea: come fai a lavorare, a studiare, in un ambiente prettamente maschile? Però la mia opinione e la mia esperienza sono sempre state positive, e questo credo sia di supporto per chi vuole scegliere un percorso simile al mio". Ma cosa blocca le ragazze nella scelta di questi percorsi? Ancora, inutile dirlo, proprio quella convinzione di non essere "portate" per queste materie, che si radica quando le bambine sono molto piccole. Il gender dream gap, la differenza di sogni fra bambine e bambine, inizia a 6 anni. Al primo anno delle elementari, se non accompagnate dalla scuola e sostenute dalla famiglia, se non viene spazzata via la paura del fallimento e dell'errore, difficilmente prenderanno questa strada. "Quello che secondo me blocca la maggior parte delle ragazze nell’intraprendere questo tipo di percorso è vedere i numeri. Tanti ragazzi e poche ragazze - conclude Maria Marcello - Però fin quando non ci si butta e non si inizia a provare ad affollare le aule di ingegneria o altre materie Stem con tante ragazze, non riusciremo a risolvere questo piccolo problema. Quindi iscrivetevi".

 

 

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