Verso la Luna, a Colonia nel Centro Europeo di Addestramento per Astronauti
Scienze ©ESA - S. CorvajaIl reportage di Sky TG24 dalla Germania, dove la nuova classe di astronauti selezionata dall’ESA alla fine dello scorso anno ha iniziato la sua preparazione. Obiettivo: diventare entro maggio del 2024 abili e arruolabili per future missioni a bordo della Stazione spaziale internazionale, ma con la testa e il cuore già rivolti molto più lontano. Samantha Cristoforetti: “Ci manca un accesso autonomo allo spazio. Serve coraggio e ambizione”
Il viaggio verso la Luna inizia a bordo di un volo per Colonia, in Germania. Destinazione: il Centro Europeo di Addestramento per Astronauti dell’Agenzia spaziale europea, dove la nuova classe di astronauti selezionata dall’ESA alla fine dello scorso anno ha iniziato la sua preparazione. Obiettivo: diventare entro maggio del 2024 abili e arruolabili per future missioni a bordo della Stazione spaziale internazionale, ma con la testa e il cuore già rivolti molto più lontano. L’hotel di Colonia dove alloggiano i giornalisti è a due passi dalla sede dell’ESA, vicino all’Aeroporto della città, e sembra già un avamposto spaziale. Accanto alla sala delle colazioni, le foto degli astronauti che hanno dormito qui, lasciando una dedica da appendere, ricoprono un’intera parete. I più sono americani, tra gli europei spicca il colonnello Luca Parmitano, classe 1976, astronauta siciliano con due missioni in orbita nel curriculum, primo italiano a compiere un’attività extraveicolare e primo Comandante italiano della Stazione spaziale.
Scuola per esploratori spaziali
Cosa passa nella testa di un astronauta che si addestra per volare nello spazio? Per capirlo abbiamo incontrato i nuovi astronauti, che all’inizio di aprile hanno cominciato a frequentare questa scuola per esploratori spaziali immersa nel verde della periferia di Colonia. Davanti all’ingresso c’è il parcheggio per le auto che presto verrà smantellato per far posto al nuovo “Building lunare”. “Come corpo astronautico europeo parteciperemo innanzitutto al progetto Gateway, la stazione spaziale che orbiterà attorno alla Luna e che dovrebbe diventare operativa entro il 2025” ci spiega Frank De Winne, ex astronauta e oggi Responsabile del Centro. “Questa nuova struttura che ci apprestiamo a costruire ci consentirà di testare la scienza e la tecnologia necessarie ad affrontare queste missioni”.
"Esplorare la luna"
“La Luna per me è innanzitutto Poesia, un corpo celeste che osserviamo da quando esistiamo sulla Terra come genere umano” parola di Sophie Adenot, ingegnere e pilota di elicotteri, una francese piena di grinta ma con lo sguardo da bambina che ha appena esaudito il suo sogno. “Esplorare la Luna ci consentirà di studiare la nostra Storia e capire da dove veniamo” spiega Rosemary Coogan, astrofisica irlandese, anche lei selezionata a fine dello scorso novembre, una passione per lo spazio sin da piccola. “Non sappiamo quale sarà la scoperta che farà la storia dell’esplorazione lunare, ma di certo sarà qualcosa che cambierà la vita di tutti sulla Terra” conclude Pablo Alvarez Fernàndez, ingegnere spagnolo dall’entusiasmo contagioso, che una volta costruiva razzi e ora, i razzi, deve imparare a guidarli.
Tabella di marcia serrata
La vita della nuova classe, che comprende anche il belga Raphaël Liégeois e lo svizzero Marco Sieber, è scandita da una tabella di marcia serrata, fatta di lezioni per imparare a fare scienza a bordo della Stazione spaziale e di allenamenti. Nella sala principale del Centro c’è una riproduzione del Modulo Columbus della Stazione spaziale internazionale. E’ in ambienti come questo che i nuovi astronauti simulano le condizioni di vita in orbita. Per prepararsi, possono contare sull’aiuto e sui consigli dei veterani della classe precedente, quella selezionata nel 2009, tra i quali i tedeschi Alexander Gerst e Matthias Maurer. Il primo, geofisico di formazione, all’attivo due missioni a bordo della Stazione spaziale, ci racconta come sia cambiato negli anni il suo addestramento, e del programma Pangea. Gerst è stato per giorni nelle grotte della Slovenia assieme a scienziati e tecnici. “Abbiamo vissuto sottoterra per una settimana a una temperatura di due gradi, con un’umidità del cento percento, nella più totale oscurità per abituarci all’idea che in futuro potremmo trovarci a lavorare in un ambiente molto simile”.
Il building lunare
Matthias Maurer, in orbita nel 2022 con la missione Crew-3 di SpaceX, negli ultimi dieci anni ha lavorato al progetto del building lunare, di cui ci mostra orgoglioso un modellino, donato al Centro da un appassionato di legno, elastici e playmobil. “Diventerà una palestra per imparare a camminare e a lavorare sulla Luna – ci spiega -dove c’è un sesto della gravità terrestre e il mio peso si ridurrebbe da 65 a una decina di chili. Quindi ci alleneremo agganciati a delle corde. Si tratta di un ambiente fatto di sabbia molto aggressiva, con la quale dobbiamo abituarci a convivere, per imparare a limitarne i danni e sfruttarne le potenzialità. Ad esempio, utilizzarla per costruire case, perché portarsi calcestruzzo e acciaio dalla Terra sarebbe troppo costoso. Il principio generale di questo nuovo building lunare – conclude Maurer- è quello del picnic, ognuno porta qualcosa. Se hai un rover vieni con il rover, io porto uno strumento, un altro mette un astronauta, c’è chi arriva con un’attrezzatura. Mettiamo tutto assieme e simuliamo come sarà l’esplorazione della Luna. Impareremo più dentro questo hangar in una settimana, che in un anno in laboratorio”.
Il coinvolgimento europeo
“L’Europa è attivamente coinvolta nel programma Artemis, sotto molti aspetti” ci spiega Josef Aschbacher, Direttore Generale dell’Agenzia spaziale europea che qualcuno qui chiama Comandante, perché in fondo con tutti questi astronauti è un po’come essere a bordo di una Stazione spaziale. “Uno è il modulo di servizio europeo che alimenta la capsula Orion che in futuro andrà e tornerà dalla Luna trasportando gli astronauti, che è essenziale per La Nasa e per la riuscita programma Artemis. Senza L’Europa – sottolinea Aschbacher -non è possibile portare equipaggi verso la Luna e riportarli indietro. Al momento abbiamo negoziato con la Nasa tre voli con a bordo astronauti europei nell’ambito del programma Artemis, nello specifico si tratta delle missioni Artemis 4 e 5. Abbiamo ancora un posto da piazzare ma sulle tempistiche sto ancora negoziando con l’Agenzia spaziale americana. Sicuramente posso dire che è una mia priorità, perché vorrei vedere astronauti europei non solo attorno alla Luna e a bordo del Gateway ma anche sulla Luna prima della fine di questa decade”.
Grazie Comandante Aschbacher. Da Colonia è tutto, passo e chiudo.