
Scimmie giù dagli alberi a causa del clima più caldo e della deforestazione
Esaminando oltre 150mila ore di osservazioni di 15 specie di lemuri e 32 di scimmie, in 68 diversi siti delle Americhe e del Madagascar, gli studiosi hanno notato che questi animali si trovano sempre meno frequentemente tra gli alberi e più spesso a terra, dove i rischi per il loro benessere aumentano a causa della mancanza di cibo e riparo

I cambiamenti climatici e la deforestazione potrebbero aver modificato drasticamente le abitudini di scimmie e lemuri. Questi animali infatti sono stati osservati da un team, guidato da Timothy Eppley, nell’ambito di uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati della San Diego Zoo Wildlife Alliance (SDZWA) e di altre 123 istituzioni di ricerca, tra cui anche La Sapienza di Roma

Gli studiosi, esaminando oltre 150mila ore di osservazioni di 15 specie di lemuri e 32 di scimmie, in 68 diversi siti delle Americhe e del Madagascar, hanno notato che si trovano sempre meno frequentemente tra gli alberi e più spesso a terra, dove i rischi per il loro benessere aumentano a causa della mancanza di cibo e riparo

"Il nostro lavoro nasce da una discussione informale tra colleghi - racconta Eppley – abbiamo notato che alcune popolazioni di primati arboricoli tendono a trascorrere sempre più tempo a terra". Gli scienziati hanno stimato l'influenza dei fattori ecologici, comprese le potenziali pressioni indotte dall'uomo e/o i tratti peculiari delle diverse specie

Stando a quanto emerge dall'indagine, i gruppi che consumavano meno frutta e si riunivano in grandi gruppi sociali avevano maggiori probabilità di scendere dagli alberi più frequentemente. Questi tratti, osservano gli studiosi, potrebbero agire come un pre-adattamento

Inoltre, riportano gli autori, i primati che vivevano in ambienti più caldi erano più propensi ad adattarsi utilizzando il suolo più spesso. Con il peggioramento del cambiamento climatico e la riduzione degli habitat arborei, i primati che consumano una dieta più' generalizzata e vivono in gruppi più grandi potrebbero adattarsi più facilmente a uno stile di vita terrestre

"Sarà necessario valutare il comportamento di altre specie - osserva Luca Santini, dell'Universita' La Sapienza di Roma – ma in generale il nostro lavoro potrebbe indicare che la presenza umana, che spesso rappresenta una minaccia per i primati, può interferire con la naturale adattabilità della specie al cambiamento globale"

"Il passaggio da uno stile di vita arboricolo a quello terrestre - conclude Giuseppe Donati, della Oxford Brookes University – è già avvenuto in precedenza nell'evoluzione dei primati, ma i rapidi sbalzi di temperature che si osservano a causa del cambiamento climatico potrebbero rappresentare una seria minaccia per queste scimmie"

"I nostri risultati - dichiara Luca Santini della Sapienza Università di Roma - suggeriscono che la presenza umana, spesso una minaccia alla conservazione dei primati, possa interferire con la loro naturale adattabilità al cambiamento globale"

In passato, situazioni di transizione da uno stile di vita arboricolo ad uno terreste si erano già presentate, ma le preoccupazioni che hanno portato i ricercatori ad avviare uno studio di questa portata nascono nella rapidità con cui avvengono cambiamenti climatici e interventi dell'uomo: questa situazione richiede, per le specie meno adattabili, strategie di conservazione rapide ed efficaci per garantire la loro sopravvivenza