Calamari e orsi d'acqua verso la Stazione Spaziale Internazionale

Scienze

Marco Melegaro

Più di 100 piccoli calamari luminescenti si preparano a volare sulla Stazione spaziale internazionale (ISS) con 5.000 orsetti d'acqua (tardigradi), piccoli invertebrati con una straordinaria capacità di sopravvivenza in ambienti estremi. Arriveranno in orbita il 3 giugno, a bordo della navetta Dragon della SpaceX e sono protagonisti di nuovi esperimenti scientifici mirati a studiare strategie per proteggere la salute degli astronauti nelle missioni spaziali di lunga durata 

I piccoli calamari, lunghi appena tre millimetri, appartengono alla specie Eupryma scolopes e si illuminano al buio grazie alla presenza di un batterio bioluminescente che vive nel loro organismo. Per questo motivo costituiscono un modello per studiare la simbiosi tra l'animale e i microrganismi ospitati al suo interno. Grazie all'esperimento 'Umami' (Microgravity on Animal-Microbe Interactions), ideato dalla ricercatrice Jamie Foster dell'Universita' della Florida, si potra' verificare se la vita nello spazio altera questa relazione. I risultati aiuteranno a capire cosa accade in orbita ai batteri che vivono nell'organismo degli astronauti, con importanti ricadute anche sulla salute di noi terrestri.

I tardigradi, animali microscopici con destinazione ISS

Il piccolo 'esercito' di tardigradi, invece, sara' al centro dell'esperimento 'Cell Science-04', progettato da Thomas Boothby dell'Universita' del Wyoming. Secondo il ricercatore “L'obiettivo sara' quello di identificare i geni che rendono questi invertebrati capaci di adattarsi e sopravvivere in condizioni estreme. Potremmo, afferma Boothby imparare qualche trucchetto che usano i tardigradi e adattarloper la salvaguardia degli astronauti". Informazioni altrettanto preziose potranno arrivare anche dagli altri esperimenti che arriveranno sulla ISS la settimana prossima: 'Kidney Cells-02', per esempio, studiera' come prevenire i calcoli renali che spesso tormentano gli astronauti grazie a un mini rene riprodotto in 3D su un chip, mentre l'esperimento TIC TOC studiera' come la pianta del cotone sviluppa le radici in microgravita' per ottenere nuove varieta' piu' resistenti che richiedano meno acqua e pesticidi.

    

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