Orme fossili di grandi coccodrilli scoperte nelle Alpi occidentali

Scienze

Trovate nella zona dell'Altopiano della Gardetta, in provincia di Cuneo. Sarebbero state lasciate circa 250 milioni di anni dopo la grande estinzione di massa

Una nuova scoperta sulle Alpi occidentali estende le nostre conoscenze sul mondo dei dinosauri. Una serie di impronte fossili dalla forma inedita, lasciate 250 milioni di anni fa da grandi rettili preistorici simili a coccodrilli, sono state trovate a 2.200 metri di quota, nella zona dell'Altopiano della Gardetta in provincia di Cuneo.

Orme impresse dopo l'estinzione permotriassica

Secondo gli esperti le impronte sono state impresse pochi milioni di anni dopo la più severa estinzione di massa della storia, quella permotriassica in cui avvenne la scomparsa dell'81% delle specie marine e del 70% delle specie di vertebrati terrestri, e dimostrano che quest'area non era totalmente inospitale alla vita come ipotizzato finora. La scoperta è pubblicata sulla rivista Peer J da geologi e paleontologi del Muse (Museo delle Scienze di Trento), dell'Istituto e Museo di Paleontologia dell'Università di Zurigo e delle Università di Torino, Roma Sapienza e Genova.

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L'esperto di fossili Petti: "Orme eccezionalmente conservate"

"Tra le varie impronte di rettili rimaste impresse nella roccia quarzarenite, abbiamo trovato in particolare tre passi consecutivi, ovvero tre coppie di orme di zampe anteriori e posteriori lunghe circa 30 centimetri ed eccezionalmente conservate: si vedono perfino i cuscinetti carnosi presenti sotto le falangi", spiega Fabio Massimo Petti, esperto di orme fossili del Muse e primo autore dello studio. "Questo ci ha permesso di ricostruire lo scheletro degli arti, appartenenti probabilmente a un rettile arcosauriforme vagamente somigliante a un coccodrillo e lungo almeno 4 metri". 

Una rappresentazione di Vicetia bizzottoi (Università di Padova)

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L'area delle Alpi occidentali nel Triassico inferiore era vicino all'equatore

L'animale stava probabilmente camminando sui fondali fangosi di un'antica linea di costa marina in prossimità di un delta fluviale. "Nel Triassico inferiore quest'area si trovava in prossimità dell'equatore", precisa Petti. "La mancanza di scheletri fossili aveva fatto ipotizzare che la zona fosse inospitale e che gli animali sopravvissuti all'estinzione di massa di fine Permiano fossero migrati verso altre latitudini: le nuove impronte, però, smentiscono questa teoria".

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