Molly, la storia della bimba nata da un embrione congelato 27 anni fa

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Nata lo scorso ottobre, Molly Everette Gibson è venuta alla luce grazie ad un embrione congelato 27 anni fa, un anno e mezzo dopo la nascita della donna che l’ha portata in grembo durante la gravidanza, Tina. Si tratta di un vero e proprio record mondiale: è successo in Tennessee e la notizia è stata riportata da diversi quotidiani americani

Si chiama Molly Everette Gibson ed è nata lo scorso ottobre, pur essendo tecnicamente “più giovane” di sua mamma, di appena 18 mesi. La piccola, infatti, è venuta alla luce grazie ad un embrione congelato 27 anni fa, un anno e mezzo dopo la nascita della donna che l’ha portata in grembo durante la gravidanza, Tina. La curiosa storia, un vero e proprio record mondiale, è avvenuta in Tennessee ed è stata riportata da diversi quotidiani americani, che hanno spiegato come la nascita di Molly abbia superato un altro record, precedente, che appartiene sempre alla stessa coppia adottiva, che aveva fatto nascere nel 2017 un altro embrione sempre risalente al 1992, ovvero quello della sorella gemella della piccola Molly.

La storia di Tina Gibson

 "Siamo sulla Luna, sono ancora senza fiato. Se qualcuno mi avesse detto cinque anni fa che avrei avuto non uno ma due figli gli avrei dato del pazzo", ha commentato raggiante la signora Gibson, come si legge sul New York Post. Tina è un’insegnante elementare e suo marito, 36 anni, fa l’esperto di cybersicurezza: sono sposati da dieci anni e hanno cercato di avere una gravidanza naturale per cinque anni prima di affidarsi agli esperti del National Embryo Donation Center (NEDC), associazione no profit di Knoxville che raccoglie gli embrioni cosiddetti “orfani”, ovvero quelli che i genitori decidono di non utilizzare nei percorsi di fecondazione assistita. In quest’ottica, le famiglie interessate possono scegliere sia per una adozione “chiusa”, in cui non conoscono nulla dei genitori biologici oppure anche per una “aperta”, in cui entrano invece in contatto diretto. Come emerso, però, delle oltre mille gravidanze ottenute dall'associazione solo le due che riguardano le sorelle Gibson sono state portate avanti da embrioni così datati.

Gli embrioni “orfani” in Italia

Anche in Italia, come ha spiegato Arianna Pacchiarotti, responsabile Pma dell'ospedale San Filippo Neri di Roma e docente dell'Università La Sapienza, ci sono embrioni conservati da così tanto tempo, ma sarebbe impossibile “adottarli”. "Le cause per cui rimangono orfani sono tante. La principale è che le coppie riescono ad avere una gravidanza e quindi decidono di non farsi impiantare gli altri embrioni ottenuti dalle tecniche di fecondazione assistita, magari perché già in là con l'età”, ha spiegato. “In Italia sono probabilmente migliaia, ma la legge non permette di adottarli, andrebbero quantomeno portati tutti in un unico centro per tutelarli di più, perché ora sono 'dispersi' in tutti i centri per la Pma del Paese, e può succedere che un centro chiuda, o venga venduto", ha spiegato ancora. Secondo l’esperta, il fatto che un embrione, dopo circa 30 anni, sia ancora capace di dare luogo ad una gravidanza non deve sorprendere. "Gli embrioni che vengono selezionati per essere crioconservati sono quelli vitali, che non hanno nessun problema se sono conservati correttamente è possibile che 'resistano' anche di più", ha concluso Pacchiarotti.

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