I primi risultati dall’utero artificiale per studiare l’embrione

Scienze
Embrione (Getty Images)

Sviluppato da un team di ricercatori coordinato da Jianping Fu, dell'università del Michigan, aiuterà a svelare tutte le fasi dello sviluppo embrionale 

Dagli Stati Uniti arrivano i primi risultati ottenuti dall’utero artificiale messo a punto da un team di ricercatori coordinato da Jianping Fu, dell'università del Michigan, in grado di svelare tutte le fasi dello sviluppo embrionale.
Si tratta di un modello particolarmente utile per comprendere cosa avviene fin dai primi momenti successivi al concepimento. Il suo studio potrebbe svelare i meccanismi alla base delle malformazioni che talvolta si sviluppano nelle prime fasi dello sviluppo dell’embrione umano. Potrà, inoltre, aiutare i ricercatori a comprendere come e perché si verificano gli aborti spontanei.

Primo modello di utero artificiale per la ricerca

Il primo modello di utero artificiale per la ricerca, descritto sulla rivista specializzata Nature, è composto da tre diversi cilindri sovrapposti. Quello centrale ospita un gel che simula le pareti dell’utero, il secondo contiene i fattori chimici che promuovono la differenziazione delle cellule staminali e il terzo racchiude le staminali pluripotenti in grado di differenziarsi in più tipologie di unità cellulari.
"Il nostro sistema può aiutare a colmare le lacune critiche nella conoscenza delle prime fasi dello sviluppo dell'embrione umano”, spiega Jianping Fu, coordinatore dello studio. "Questa ricerca potrebbe fornire una finestra sul periodo cruciale, ma a malapena osservabile, compreso tra le due e le quattro settimane dopo il concepimento.
Questo è un momento in cui si verificano molti aborti spontanei e possono formarsi gravi malformazioni. Dobbiamo comprendere meglio questi processi se vogliamo sviluppare misure preventive”.

I primi risultati

Nel corso dello studio, gli esperti utilizzando degli specifici fattori chimici, hanno indotto le staminali a formare delle sacche sferiche simili agli embrioni ma che sono sprovviste di quelle cellule necessarie a originare embrioni vitali. Osservando l’evoluzione degli embrioni nelle prime ore dopo la loro formazione, gli esperti hanno constatato che in 18 ore le staminali, tramite differenziazione cellulare, hanno originato i principali gruppi cellulari presenti nelle prime fasi degli embrioni umani, e che questi ultimi si sono impiantati nelle pareti del gel. Inoltre, in sole 36 ore parte delle staminali hanno formato il sacco amniotico, mentre altre posizionate in un diverso cilindro si sono raggruppate diventando più lunghe e sottili, proprio come le cellule dell'epiblasto, da cui hanno origine i tessuti dell’embrione.

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