Sono stati realizzati dall’azienda italiana Leonardo. Aiuteranno la sonda a raggiungere le lune ghiacciate del pianeta e a cercare possibili tracce di vita
Passi avanti per la missione europea Juice (JUpiter ICy moons Explorer), finalizzata all’esplorazione delle lune ghiacciate di Giove: Ganimede, Europa e Callisto. L’azienda italiana Leonardo ha ultimato la preparazione dei 10 pannelli fotovoltaici della sonda. “Con una superficie complessiva di 85 metri quadrati sono i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria”, spiega la compagnia in una nota. La missione Juice, che fa parte del programma Cosmic Vision dell’Esa (l’Agenzia Spaziale Europea), dovrebbe essere lanciata nel 2022 a bordo di un vettore Ariane 6. Oltre a esplorare le lune di Giove, la sonda cercherà anche delle tracce di vitta al di sotto della loro crosta ghiacciata, che potrebbe celare degli immensi oceani d’acqua. Assieme all’Esa, anche l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) è coinvolta nel progetto.
Il ruolo di Leonardo nella missione
“Con l’energia generata da questi pannelli durante i setti anni e mezzo di viaggio della sonda verso Giove, un’automobile elettrica potrebbe fare sette volte il giro della Terra”, spiegano i progettisti di Leonardo. L’azienda è coinvolta anche nella realizzazione di due strumenti che giocheranno un ruolo importante nella missione Juice: il telescopio ottico Janus e lo spettrometro infrarosso Majis. Nel proprio stabilimento di Nerviano, Leonardo ha anche preparato i pannelli solari per il modulo di servizio europeo della capsula Orion, nell’ambito del programma della Nasa, Artemis, che nel 2024 riporterà l’uomo sulla Luna.
Il lungo viaggio della sonda Juice
Dopo essere stata lanciata, Juice dovrebbe viaggiare per circa sette anni e mezzo, per un totale di 600 milioni di chilometri, prima di entrare nell’atmosfera di Giove, che osserverà nel dettaglio per almeno tre anni. Nello stesso periodo la sonda studierà in modo approfondito le tre lune ghiacciate, fino a entrare nell’orbita di Ganimede, il satellite naturale più grande del Sistema Solare, nella parte finale della missione. L’Esa spiega che Juice porterà con sé “il più potente carico scientifico ad aver mai raggiunto la periferia del Sistema Solare”.