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Nasa, la sede di Washington sarà intitolata a Mary W. Jackson

Scienze
twitter.com/JimBridenstine

“Ha aiutato la Nasa a portare con successo gli astronauti americani nello spazio”, ha spiegato Jim Bridenstine, numero uno dell’Agenzia Spaziale Americana. E’ stata il primo ingegnere donna nella storia della Nasa stessa

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La Nasa ha deciso di intitolare la sede del proprio quartier generale di Washington D.C. a Mary W. Jackson, matematica afroamericana e primo ingegnere donna nella storia dell’Agenzia Spaziale Americana, che con il suo lavoro ha portato un contributo importante nella corsa nello spazio. La notizia, apparsa in un comunicato pubblicato sul sito della Nasa stessa, è stata confermata anche dal numero uno dell'agenzia, Jim Bridenstine, con un post su Twitter.

Una storia di successo

Mary Winston Jackson, nata nel 1921 e morta nel 2005, ha iniziato la sua carriera alla Nasa lavorando negli uffici della West Area Computing Unit del Langley Research Center, in Virginia e ha continuato a perorare la causa dell’assunzione delle donne in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico della alla Nasa per tutta la sua vita. Nel 2019, le è stata assegnata postuma la medaglia d'oro al Congresso americano e la sua storia è raccontata anche nel libro “Il diritto di contare” del 2016, da cui è stato tratto anche un film omonimo, incentrato sulla sua figura della Jackson, interpretata dalla pluripremiata attrice Janelle Monáe. "Mary W. Jackson ha fatto parte di un gruppo di donne molto importanti che hanno aiutato la Nasa a portare con successo gli astronauti americani nello spazio". Curiosamente la sede della Nasa si trova su “Hidden Figures Way” (letteralmente figure nascoste e titolo originale del film) e per questo Bridenstine ha parlato di figure “non più nascoste: continueremo a riconoscere il contributo di donne, afroamericani e di tutte le persone che hanno fatto della storia delle esplorazioni della Nasa, una storia di successo".

Oltre lo status quo

A tracciare il profilo di Mary W. Jackson, ci ha pensato ancora l’amministratore delegato della Nasa. “Faceva parte di un gruppo di donne molto importanti che hanno aiutato la Nasa a portare nello spazio gli astronauti americani. Mary non ha mai accettato lo status quo, ha contribuito a rompere le barriere e le opportunità aperte per gli afroamericani e le donne nel campo dell'ingegneria e della tecnologia ", ha detto ancora Bridenstine. "Siamo onorati che la Nasa continui a celebrare l'eredità di nostra madre", ha dichiarato Carolyn Lewis, figlia di Mary. "Era una scienziata, una moglie, una madre e una pioniera che ha aperto la strada a migliaia di altre persone per avere successo, non solo alla Nasa, ma in tutta questa nazione", ha poi aggiunto.

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