Ampiamente previsto dagli esperti, si tratta di una parte del razzo “5B Long March”, lanciato in orbita il 5 maggio insieme al prototipo, sempre cinese, di una capsula per equipaggio di nuova generazione
Alle 17:33 di ieri, lunedì 11 maggio, è precipitato nell’Oceano Atlantico, al largo della Mauritania, quello che gli esperti dell’Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, hanno definito “l’oggetto più massiccio degli ultimi decenni rientrato nell’atmosfera terrestre in modo incontrollato”, così come si può leggere in un articolo apparso sul proprio portale. Si tratta, in sostanza, di un frammento del razzo “5B Long March” della Cina, lanciato in orbita il 5 maggio insieme al prototipo, sempre cinese, di una capsula per equipaggio di nuova generazione.
La conferma americana
A confermarlo è stato anche un tweet dello Space control Squadron della della Difesa americana. L’evento era comunque previsto dagli esperti. Secondo Luciano Anselmo, esperto di detriti spaziali del Cnr, il relitto avrebbe dovuto cadere in una zona del nostro pianeta compresa tra Australia, Africa e Stati Uniti, mentre l'Europa e l'Italia sarebbero state comunque al sicuro. "E' molto probabile che i detriti finiscano nell'oceano, mentre la possibilità che causi vittime è milioni di volte inferiori a quella del coronavirus", aveva detto l’esperto prima che, effettivamente, il frammento terminasse la sua corsa nell’Atlantico. Già a partire da sabato scorso, conferma ancora l’Inaf, lo stadio del razzo è stato sotto osservazione da vari radar terrestri, “mentre percorreva fuori controllo un’orbita ellittica attorno alla Terra compresa tra 150 e 270 chilometri di quota”.
Le fasi di rientro
Il rientro, ha spiegato poi Anselmo, è avvenuto a 80 chilometri di altezza e il momento effettivo è stato confermato dalle osservazioni satellitari all'infrarosso. "Il razzo è caduto con una traiettoria discendente e se eventuali pezzi sono sopravvissuti al rientro in atmosfera potrebbero essere caduti in Africa al confine tra Senegal e Mauritania, ma al momento non ci sono segnalazioni". Ma di quale frammento si tratta? "Quello che è caduto è probabilmente il primo stadio del lanciatore cinese o un altro componente del razzo, forse uno stadio più piccolo progettato per dare una piccola spinta per l'entrata in orbita, perché i satelliti hanno visto un oggetto di 20 metri quadri, che è un po' più piccolo del primo stadio", ha aggiunto l'esperto. Il razzo, può trasportare 25 tonnellate di carico utile su un'orbita terrestre bassa, ha spiegato ancora Anselmo ed è fondamentale nei piani di esplorazione spaziale della Cina.
Il ruolo dell’Italia
Un ruolo importante, in questa vicenda, lo ha svolto anche l’Italia che dal 2015 fa parte del progetto europeo di sorveglianza spaziale e tracciamento “EuSst”. In Europa, dicono gli esperti, il razzo cinese è stato visibile solamente ai radar italiani, francesi e spagnoli, a causa dell’inclinazione della sua orbita e per quanto riguarda il nostro Paese protagonista del monitoraggio è stato il radiotelescopio Croce del Nord, situato a Medicina, in provincia di Bologna. L’ultimo passaggio del razzo sull’Italia si era verificato sempre ieri, in mattinata e la soddisfazione degli esperti italiani riguarda il fatto che, secondo specifici calcoli, questo passaggio nei nostri cieli era stato previsto proprio per le 11:32 dell’11 maggio, con uno scarto di pochi secondi.