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Microgravità, l'esperimento di Luca Parmitano sulla Terra

Scienze

Dopo oltre 200 giorni in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale, AstroLuca sta proseguendo con la riabilitazione e sta conducendo una serie di test come il Grasp (Gravitational References for Sensimotor Performance)  

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Quando ci capita di afferrare un oggetto, i nostri occhi, le nostre orecchie e le nostre mani sono in qualche modo connessi. Il nostro cervello, infatti, trae informazioni utili da diversi sensi, come la vista, il suono e il tatto, al fine di coordinare i movimenti della mano. Ma i ricercatori ritengono che, sulla Terra, anche la gravità faccia parte di questa particolare equazione, tanto da fornire una serie di segnali importanti per il sistema nervoso centrale. Anche per questo motivo, come spiega l’European Space Agency, Luca Parmitano sta conducendo una serie di esperimenti, come il Grasp (Gravitational References for Sensimotor Performance).

Il ruolo della microgravità

AstroLuca, che durante la missione "Beyond" durata oltre 200 giorni ha condotto numerosi esperimenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sta aiutando gli scienziati a capire come la microgravità influisca sulla nostra capacità di afferrare e manipolare oggetti nello spazio, proprio grazie ai risvolti del Grasp. Per avere un'idea circa le differenze nel modo in cui il nostro cervello lavora sia con che senza la forza di gravità, questo esperimento, oltre che nello spazio, viene condotto anche sulla Terra. Parmitano, che sta procedendo in un programma di riabilitazione dopo le fatiche nello spazio, durante il Grasp, ha occhi, orecchie e mani collegati ad una serie di sensori, tra cui un visore per la realtà virtuale, che raccolgono informazioni sulle sue azioni mentre svolge una serie di compiti.  

La coordinazione occhio-mano

Grazie ai suoi movimenti, i ricercatori cercano di capire meglio come il sistema nervoso centrale integri il ruolo della gravità nei processi neurali alla base della coordinazione occhio-mano. Ottenuti così dati legati ad una migliore comprensione della fisiologia alla base della coordinazione occhio-mano, i ricercatori sperano di comprendere e trattare meglio questioni legate a vertigini, equilibrio, orientamento spaziale. Questo esperimento, inoltre, sarà utile nel guidare gli astronauti durante le passeggiate nello spazio e nello sviluppo dei modi più efficaci per controllare i robot da remoto.