La missione Solar Orbiter offrirà un nuovo sguardo sul Sole

Scienze
Immagine di archivio (Ansa)

La spedizione guidata da Esa e Nasa studierà il Sole da una distanza ravvicinata mai raggiunta prima: il satellite partirà da Cape Canaveral nel febbraio 2020. Presente anche un contributo italiano 

Dal febbraio 2020 debutterà Solar Orbiter, una missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della Nasa che cercherà di studiare il Sole da una distanza ravvicinata mai raggiunta prima, allo scopo di ottenere nuove informazioni utili su più versanti. Attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Istituto Nazionale di Astrofisica e il mondo universitario e dell’industria, anche l’Italia ha contribuito alla missione che fa parte del programma Esa Cosmic Vision 2015-2025. Il satellite sarà lanciato da Cape Canaveral a bordo di un razzo Atlas V, dando il via a una spedizione che durerà in totale sette anni.

Solar Orbiter, dieci strumenti per studiare il Sole

Il Solar Orbiter decollerà da Cape Canaveral nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2020 fino a raggiungere una distanza di circa 42 milioni di chilometri dal Sole, inferiore rispetto a quella che separa la stella da Mercurio. La missione potrà contare su dieci strumenti per le analisi da realizzare, uno dei quali è il Solar Wind Analyzer, per cui Denise Perrone dell’Asi è Project Scientist. La ricercatrice spiega che il “Solar Orbiter studierà il controllo del Sole sull’eliosfera, l’invisibile bolla in cui la stella proietta i suoi effetti sul nostro sistema planetario, analizzando ad esempio macchie ed eruzioni solari”. Inoltre, con le informazioni ottenute dalla missione, gli scienziati sperano di poter prevedere il meteo spaziale.

L’analisi dei venti solari e immagini mozzafiato

Ma sono tanti e diversi gli aspetti che rendono particolarmente interessante la missione Solar Orbiter. Per esempio, il satellite sarà in grado a di “osservare per la prima volta i poli del Sole”, come spiega Marco Stangalini, il Project Scientist dell’Asi per lo strumento Metis, sviluppato a Torino presso gli stabilimenti di Thales Alenia Space. La zona studiata sarà quella nella quale “si origina e viene accelerato il vento solare. Possiamo considerare la corona come l’atmosfera del Sole”. Oscurando la luce del disco solare, inoltre, Metis provocherà un’eclissi artificiale permettendo di scattare immagini ad altissima risoluzione della superficie del Sole, con la possibilità di osservare cosa accade nella corona. 

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