"Abbiamo trovato una gran quantità di Dna di anguille, abbondanti in molti dei campioni raccolti in diversi punti del lago", spiegano i ricercatori dell’Università di Otago alla BBC
Il mostro di Loch Ness, noto anche come Nessie, non sarebbe né un dinosauro né una creatura leggendaria, bensì un’anguilla gigante.
Dalla Nuova Zelanda, e in particolare da un team di ricercatori dell’Università di Otago, arriva una nuova ipotesi, frutto di una serie di test in cui è stato analizzato il Dna prelevato dai campioni d’acqua del lago scozzese. I primi avvistamenti moderni di Nessie risalgono al 1933, quando tra le prime ipotesi (successivamente scartata), gli esperti avevano suggerito si trattasse proprio di un’anguilla gigante.
Le dichiarazioni dei ricercatori
"Abbiamo trovato una gran quantità di Dna di anguille, abbondanti in molti dai campioni raccolti in diversi punti del lago", spiegano i ricercatori alla BBC. "Anche se le teorie di rettili estinti hanno preso il sopravvento in realtà ci sono state continue segnalazioni di anguille molto grandi”.
Nessie, tuttavia, secondo quanto dichiarato dai ‘fortunati’ che l’hanno avvistata nel lago scozzese sarebbe molto più grande delle anguille europee, che solitamente solo lunghe al massimo 1,5 metri.
Le informazioni emerse dal nuovo studio, inoltre, non danno alcuna indicazione riguardo le dimensioni delle anguille.
“I nostri dati non rivelano le loro dimensioni, ma grande quantità del materiale raccolto dimostra che non possiamo scartare la possibilità che ci siano anguille giganti a Loch Ness. Pertanto non possiamo scartare la possibilità che ciò che la gente crede sia il mostro di Loch Ness potrebbe essere un'anguilla gigante”, rivelano gli esperti.
Loch Ness è popolato da un grande numero di specie
Le analisi effettuate dagli esperti hanno messo in luce l’esistenza nel lago di varie specie di animali: 11 di pesci, tre di anfibi, 22 di uccelli e 19 di mammiferi. Dai test del Dna è inoltre emerso che Loch Ness sarebbe popolato da diversi microorganismi, alcuni dei quali abitano solitamente le acqua salate.
"Loch Ness è immenso e i segnali del Dna nell'acqua si dissolvono rapidamente. C'è la possibilità che i campionamenti siano stati fatti nel posto sbagliato nel momento sbagliato o che il metodo utilizzato non possa rilevare Nessie perché la sua sequenza di Dna non coincide con nessuna di quelle presenti nel database”, spiegano i ricercatori.