Rinoceronti bianchi, condotta con successo la fecondazione in provetta

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

La procedura, svolta nel tentativo di salvare la specie dall’estinzione, si è svolta nel laboratorio cremonese Avantea, sotto la supervisione di Cesare Galli, ricercatore nel settore della clonazione animale 

Il gruppo internazionale di ricerca BioRescue ha reso noto che nel laboratorio cremonese Avantea è stata condotta con successo la fecondazione in provetta degli ovociti prelevati dagli ultimi due esemplari di rinoceronte bianco settentrionale. L’esito della procedura, svolta nel tentativo di salvare la specie dall’estinzione, è al momento sconosciuto: sarà necessario attendere circa due settimane per sapere se si svilupperanno embrioni vitali che potranno essere impiantanti in una madre surrogato. L’intera operazione è stata coordinata da Cesare Galli, ricercatore nel settore della clonazione animale noto per aver clonato per la prima volta un cavallo e un toro. Lo scorso anno l’esperto era già riuscito a ottenere i primi embrioni di rinoceronte.

La fecondazione in provetta

Lo scorso 22 agosto i ricercatori hanno prelevato dalle due femmine di rinoceronte bianco ‘Fatu’ e ‘Najin’ 10 ovociti, sette dei quali sono riusciti a maturare correttamente in modo da essere sottoposti a fecondazione con gli spermatozoi congelati degli ultimi due maschi della specie, Suni e Sudan, morti rispettivamente nel 2014 e nel 2018. Per condurre l’operazione, i ricercatori di Avantea hanno utilizzato la tecnica Icsi (Iniezione intra-citoplasmatica dello spermatozoo), simile a quella impiegata nell’uomo. Modificandola di volta in volta, nel corso degli anni gli esperti hanno potuto utilizzarla per eseguire interventi sui cavalli e sui rinoceronti.

Lo svolgimento dell’operazione

"Siamo stati molto sorpresi dall'elevato tasso di maturazione ottenuto, dal momento che non riusciamo a raggiungerlo con le femmine di rinoceronte bianco meridionale negli zoo europei", dichiara Cesare Galli. Il ricercatore spiega che non è stato semplice lavorare con il seme di Sudan: per trovare tre spermatozoi vivi da usare per gli ovociti di Najin, gli esperti hanno dovuto scongelare due campioni di seme. “Ora gli ovociti iniettati sono incubati, dovremo aspettare per vedere se degli embrioni vitali si svilupperanno fino allo stadio in cui possono essere crioconservati per poi essere impiantati", conclude Galli. 

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