Nasa: un drone esplorerà Titano, la luna più grande di Saturno

Scienze
Immagine di archivio (Ansa)

Nel 2034, Dragonfly sorvolerà i monti di ghiaccio, i fiumi e gli oceani di metano del satellite naturale, alla ricerca di molecole organiche e di possibili tracce di vita 

Nel 2034, il drone Dragonfly della Nasa sorvolerà i monti di ghiaccio, i fiumi e gli oceani di metano di Titano, il satellite naturale di Saturno di maggiori dimensioni. Il tutto avverrà nell’ambito del programma ‘Nuove Frontiere’ della Nasa. Lo ha annunciato Jim Bridenstine, l’amministratore capo dell’agenzia spaziale degli Stati Uniti, specificando che fino a pochi anni fa una missione di questo tipo sarebbe stata impensabile. La Luna di Saturno rappresenta uno dei luoghi più affascinanti del Sistema Solare e potrebbe presentare le condizioni adatte per ospitare forme di vita elementari.

La missione di Dragonfly

"Titano è l'unica luna del Sistema Solare con una densa atmosfera, e siamo molto curiosi di vedere che cosa scoprirà Dragonfly", spiega Jim Bridenstine. Il lancio del drone è previsto per il 2026. Lo sbarco del robot, dalle dimensioni di un’utilitaria, è previsto in una zona in prossimità dell’equatore di Titano, ricca di dune. Durante i suoi due anni e mezzo di permanenza sul satellite naturale, Dragonfly cercherà tracce di molecole organiche, simili a quelle trovate da poco in alcuni cristalli, e possibili segni di vita. Uno degli obiettivi della missione sarà l’esplorazione del cratere Selk, formatosi a causa dell’impatto con un meteorite, dove gli esperti della Nasa ipotizzano che si nasconda acqua allo stato liquido. Proprio come sulla Terra, anche su Titano sono presenti degli oceani in superficie, ma sono composti da idrocarburi. Secondo gli esperti dell’agenzia spaziale degli Stati Uniti, la luna di Saturno presenta varie caratteristiche che ricordano la Terra primitiva, ancora non abitata da forme di vita.

La missione spaziale Cassini- Huygens

Nel corso del 2005, la sonda europea Huygens aveva sorvolato i cieli di Titano nell’ambito della missione Cassini, organizzata da Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e conclusasi il 14 settembre 2017 con uno spettacolare tutto nell’atmosfera di Saturno. 

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