Le piante si stanno estinguendo più velocemente del previsto

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Il ritmo sarebbe 500 volte più rapido rispetto al normale a causa dell’uomo. Secondo un nuovo studio, in poco più di 250 anni si sarebbero estinte 571 specie di piante: servono strategie di conservazione 

Un futuro senza piante è ad oggi impensabile, ma i dati evidenziano l’urgente necessità di contromisure. Soltanto negli ultimi 250 anni circa, infatti, sarebbero 571 le specie vegetali andate incontro all’estinzione, un processo che secondo i ricercatori dell’Orto Botanico Reale londinese di Kew e dell’Università di Stoccolma non sarebbe destinato a fermarsi senza uno sforzo che porti a nuove efficaci strategie di conservazione. All’interno dello studio pubblicato su Nature Ecology and Evolution, gli autori sottolineano che le piante si stanno ormai estinguendo a un ritmo due volte superiore a quello di uccelli, mammiferi e anfibi messi insieme: molto di tutto ciò, inoltre, accadrebbe a causa dell’intervento umano.

Le specie di piante scomparse in circa 250 anni

Per la prima volta, i ricercatori dell’Orto Botanico Reale di Kew hanno analizzato attentamente studi e archivi realizzati in precedenza per compilare un database di tutte le specie vegetali dichiarate estinte dal 1753, escludendo poi quelle riscoperte nel tempo e arrivando al calcolo finale di 571 sparizioni definitive. Con l’aiuto dell’Università di Stoccolma, il team ha poi utilizzato i dati ottenuti per ricercare specifici trend: ne è emerso che le piante più a rischio estinzione sono quelle presenti sulle isole o all’interno di zone “caratterizzate da alta biodiversità e altamente popolate dall’uomo”, come accade ad esempio ai tropici. A partire dal 1900 le specie scomparse sarebbero addirittura tre per ogni anno, un ritmo che secondo i ricercatori è 500 volte superiore a quello che sarebbe dettato soltanto da forze naturali.

Piante a rischio estinzione: situazione forse peggiore

Eimear Nic Lughadha, uno degli autori della ricerca, spiega al Guardian che le piante sono alla base della vita terrestre, poiché “forniscono l'ossigeno che respiriamo, il cibo che mangiamo, e compongono la spina dorsale degli ecosistemi di tutto il mondo: un’estinzione è una cattiva notizia per tutte le specie”. I ricercatori sostengono oltretutto che la situazione potrebbe essere persino peggiore di quanto suggerito dai dati. Per esempio, secondo Jurriaan de Vos dell’Università di Basilea, la stima non comprenderebbe le piante “funzionalmente estinte”, presenti soltanto nei giardini botanici o in ridottissimo numero in natura, insufficiente per garantire la sopravvivenza della specie. Per Maria Vorontsova dell’Orto Botanico Reale di Kew, coautrice dello studio, “gli animali sono belli, importanti e vari, ma sono scioccata dal fatto che un interesse simile sia totalmente assente per le piante. Le diamo per scontato e non dovremmo”. 

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