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Stelle cadenti: arrivano le eta Aquaridi, resti della cometa di Halley

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Il 5 e 6 maggio ci sarà il picco di attività di questo sciame meteorico originato dai residui del passaggio della cometa. L’assenza della Luna favorirà l’avvistamento, specie nel Sud Italia 

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Non soltanto asteroidi: il mese di maggio inizia con lo spettacolo offerto dalle eta Aquaridi, le stelle cadenti di primavera che vantano un affascinante legame con la famosa cometa di Halley, da cui hanno di fatto avuto origine. Nonostante l’attività delle meteore risulti già visibile da aprile e sia destinata a prolungarsi fino a fine mese, la fase più intensa andrà dal 3 al 10, con un picco previsto nei giorni del 5 e 6 maggio. In corrispondenza di questo intervallo, la “totale assenza del disturbo della Luna” aumenterà le probabilità di godersi il fenomeno astronomico, come ricorda l’Unione Astrofili Italiani (Uai).

Le Aquaridi e il legame con la cometa di Halley

Se da una parte le eta Aquaridi possono essere annoverate tra le “correnti meteoriche più cospicue dell’anno”, la Uai sottolinea che “alle nostre latitudini la loro osservabilità è sempre stata alquanto difficoltosa e deludente”, dato che la posizione sempre piuttosto bassa del radiante fa sì che la frequenza del fenomeno sia “molto contenuta”. È proprio il radiante, ovvero il punto da cui sembrano avere origine, che dà il nome a questo gruppo di stelle cadenti, essendo situato in corrispondenza con la costellazione dell’Acquario. Per quanto riguarda invece la ‘discendenza’, le eta Aquaridi altro non sarebbero che antichi residui della cometa di Halley, avvistata l’ultima volta nel 1986.

Quando osservare le eta Aquaridi

Nonostante la tradizione non sia particolarmente favorevole, rispetto per esempio a quella dell’emisfero Sud, maggio 2019 potrebbe essere il mese giusto per riuscire a godersi le eta Aquaridi in virtù di condizioni ideali, date anche dalla completa assenza della Luna. Le notti più favorevoli per l’osservazione delle stelle cadenti saranno quelle del 5 e del 6 maggio, nelle quali secondo la Uai “vedremo il radiante salire sopra l’orizzonte dalle ore 2 in poi”. Il momento più adatto per mettersi con il naso rivolto verso il cielo dovrebbe andare dalle 4 del mattino fino all’ora dell’alba, in particolare nelle regioni meridionali che “beneficiano di un maggior tempo di osservazione” rispetto a quelle del Nord Italia, dove avvistare con frequenza le eta Aquaridi potrebbe essere un po’ più complicato.