Una nuova scoperta cambia la concezione del mantello terrestre

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Uno studio rivela che, nel suo strato più profondo, il mantello è più dinamico del previsto: aiuterà a capire di più sul raffreddamento della Terra e sull’evoluzione di altri corpi celesti 

La Terra non finisce mai di sorprendere persino chi la studia da moltissimi anni. Gli scienziati si sono infatti dovuti ricredere sull’aspetto del mantello terrestre che, stando alle conoscenze fin qua acquisite, nella sua parte più profonda avrebbe dovuto ospitare strati di roccia piuttosto statici. Tuttavia, anche a causa dell’azione dei fondali oceanici, particolarmente profondi in alcune zone del pianeta, il movimento che avviene nella porzione inferiore del mantello è molto più dinamico del previsto. Le nuove informazioni sull’interno della Terra giungono da uno studio internazionale pubblicato su Nature Geoscience, che vede anche la partecipazione dell’Università di Padova e potrebbe portare a nuove scoperte riguardanti sia il nostro pianeta che altri corpi celesti.

I movimenti del mantello a 1200 km di profondità

Come spiega l’autrice principale dello studio, Ana Ferreira dell’University College London, le ricostruzioni passate suggerivano che più ci si avvicina al nucleo terrestre più “il flusso di roccia nel mantello inferiore si muove lentamente”, lasciando invece i movimenti più dinamici e veloci alle parti superiori dell’involucro, a circa 660 km di profondità. Tuttavia, combinando i dati provenienti da 43 milioni di rilevazioni sismiche con simulazioni computerizzate i ricercatori hanno notato movimenti della roccia rapidi rapidi e inaspettati anche a 1200 km di profondità, in corrispondenza del Sud America e dell’anello del Sud Pacifico.

Nuove informazioni sulla Terra e altri pianeti

Secondo il team di ricerca, che comprende anche il ricercatore italiano Manuele Faccenda, la deformazione e il flusso più rapido del previsto notato nel mantello inferiore sarebbero dovuti ai movimenti dei cristalli di roccia presenti nelle profondità terrestri, in grado di lavorare lentamente ma inesorabilmente sull’involucro. La scoperta potrebbe portare a nuove conoscenze sul processo di raffreddamento della Terra, aiutando a capire come il pianeta abbia raggiunto lo stato attuale, ma non solo. “Dal modo in cui il mantello scorre potremmo capire il motivo per cui c’è vita sulla Terra ma non su altri pianeti come ad esempio Venere”, spiega Ana Ferreira, secondo cui “possiamo capire molto riguardo agli altri corpi celesti svelando i segreti del nostro pianeta”. 

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