Tracce di acqua presenti sulla superficie di 66 asteroidi

Scienze
Immagine di archivio (Ansa)

Un gruppo di studiosi giapponesi ha analizzato i minerali presenti su oltre 60 asteroidi. Si fa più concreta l’ipotesi secondo la quale parte dell’acqua terrestre sarebbe piovuta dallo spazio 

I minerali presenti sulla superficie degli asteroidi contengono tracce di acqua. A rivelarlo è un gruppo di ricercatori giapponesi, composto da astronomi dell’Agenzia spaziale Jaxa e delle Università di Tokyo e Kobe, che, grazie al satellite nipponico Akari, sono riusciti a studiare le rocce appartenenti a oltre 60 diversi asteroidi. I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Publications of the Astronomical Society of Japan.

Studiati 66 asteroidi

Lanciato nel 2006, il satellite è equipaggiato con una camera ad infrarossi capace di sondare tra le pieghe dei minerali rocciosi che compongono questi oggetti celesti in viaggio nel Sistema Solare. I dati raccolti dal velivolo hanno permesso agli studiosi di analizzare la superficie di 66 asteroidi, individuando su ciascuno tracce di acqua. A detta degli astronomi che hanno lavorato al progetto, la scoperta aiuterà a capire “la distribuzione dell’acqua nel Sistema Solare, l’evoluzione degli asteroidi e l’origine dell’acqua sulla Terra”. Grazie ai risultati ottenuti dall’equipe nipponica, infatti, si fa sempre più concreta l’ipotesi secondo la quale parte dell’acqua presente sulla Terra sarebbe letteralmente piovuta dallo spazio, trasportata dagli asteroidi nelle epoche primordiali del pianeta.

Dati in arrivo da altri satelliti

Gli autori sostengono inoltre che lo studio potrebbe confermare la teoria che vede gli asteroidi nascere dall’unione di rocce e acqua ghiacciata, che si sarebbe poi legata ai minerali rocciosi, dove il satellite giapponese è riuscito a rilevarla.
Akari è solo uno dei satelliti in orbita con lo scopo di cercare tracce d’acqua sugli oggetti celesti. Per ulteriori conferme, gli astronomi sono ora in attesa dei dati provenienti da un’altra missione giapponese, Hayabusa2, che studia l’asteroide Ryugu, e dalla sonda Osiris-Rex, che da pochi giorni ha iniziato a sondare l’asteroide Bennu. In futuro, maggiori informazioni potranno arrivare anche dal successore di Hubble, il telescopio spaziale James Webb, il cui lancio è in programma nel 2021.

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