Marte, trovata dopo 130 anni una mappa inedita di Schiaparelli

Scienze
L'astronomo Giovanni Schiaparelli ha realizzato la mappa nel 1888 (Getty Images)
GettyImages-Marte

Realizzata nel 1888, riemerge dall'archivio storico del Politecnico di Milano. Il reperto mostra la duplicazione dei famosi "canali" del Pianeta Rosso

Ritrovata dopo 130 anni una mappa inedita di Marte disegnata dal celebre astronomo Giovanni Schiaparelli: frutto degli studi fatti con il gigantesco telescopio Merz-Repsold all'Osservatorio Astronomico di Brera.

Opera realizzata nel 1888

La mappa descrive la topografia del Pianeta Rosso indicando mari, laghi, pianure, montagne e perfino l'enigmatico sdoppiamento dei "canali" che fece sognare l'esistenza di civiltà aliene.  L'opera, riemersa dall'archivio storico del Politecnico di Milano, è stata realizzata da Schiaparelli nel 1888 per i 25 anni dell'ateneo ed è dedicata al fondatore e direttore dell'istituto, l'amico e matematico Francesco Brioschi.

"Docente geniale"

"Fu proprio lui a chiamare Schiaparelli nel 1863 per insegnare geodesia al neonato Politecnico, allora Regio Istituto Tecnico Superiore", ricorda Federico Bucci, delegato del Rettore per le Politiche culturali dell'ateneo. "Nella nostra biblioteca storica appena inaugurata abbiamo ritrovato anche un volume con gli appunti delle sue lezioni, una specie di dispensa destinata agli studenti, in cui Schiaparelli spiega l'uso delle osservazioni astronomiche per determinare la posizione geografica dei luoghi. Un docente davvero geniale, d'avanguardia, capace di spiegarsi in modo semplice e diretto: da queste pagine emerge proprio lo scienziato preso dal fuoco della divulgazione, intenzionato a trasmettere le sue conoscenze".

La duplicazione dei canali

Conoscenze come quelle sorprendenti su Marte, accumulate con lunghe osservazioni dalla specola di Brera nel 1888 e riportate nella mappa donata a Brioschi. "Il disegno mostra chiaramente il fenomeno della geminazione dei canali, ovvero la duplicazione di quei canali che in precedenza aveva osservato come singoli", spiega Stefano Sandrelli, dell'Osservatorio Astronomico di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisca (Inaf).

Illusione ottica

"Schiaparelli reputava una 'temerarietà senza pari' cercare una spiegazione al fenomeno: solo in un articolo divulgativo del 1895 su Natura e Arte cavalcò l'ippogrifo della fantasia abbandonandosi a congetture sul sistema socio-politico di esseri intelligenti in grado di costruire canali per raccogliere l'acqua che defluiva dai ghiacci del pianeta". Tutte fantasie destinate a spegnersi nei primissimi anni del Novecento, quando lo stesso astronomo intuì che i "canali" dovevano essere semplicemente frutto di un'illusione ottica.

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