Un orto Marziano a Roma

Scienze

Marta Meli

Le coltivazioni "marziane" del centro Enea di Casaccia a Roma (foto: Enea)

Al centro di ricerche Enea Casaccia della capitale si coltivano verdure studiate per essere mangiate dagli astronauti durante le loro missioni spaziali

di Marta Meli

Un orto spaziale a pochi chilometri dalla Capitale, nel Centro di ricerche Enea Casaccia, nei pressi del Lago di Bracciano. Qui, dove fino al 1959 sorgeva una fattoria, oggi contadini del futuro sperimentano coltivazioni idroponiche e senza luce naturale. In una parola, estreme, adatte cioè ad ambienti ostili come lo spazio. Obiettivo: fornire cibi freschi e ricchi di antiossidanti, per salvaguardare il benessere fisico e psicologico degli astronauti.

Il progetto "HortExtreme"

"Una semplice foglia di insalata basta a ravvivare il nostro senso del gusto e rinfrescare le nostre radici terrestri" recita il tweet inviato da Paolo Nespoli dalla Iss a fine ottobre, dopo aver gustato per la prima volta lattuga fresca durante la missione targata ASI Vita. Dalla collaborazione tra l'Agenzia spaziale italiana, l'Enea e università di Milano nasce anche HortExtreme, progetto che a fine gennaio porterà l'agronomo Luca Nardi tra le rocce inospitali del deserto dell'Oman, come protagonista della missione condotta dal Forum austriaco dello spazio Amadee 18. Per una settimana il ricercatore italiano aiuterà cinque astronauti impegnati a simulare per un mese le condizioni di vita del Pianeta Rosso ad allestire e coltivare l'orto di micro-verdure che costituirà parte della dieta dell'equipaggio.

Un orto su Marte

"Si tratta di piantine simili a quelle che decorano i piatti degli chef stellati" spiega Nardi. Dopo 15 giorni si possono già raccogliere, così sarà possibile ripetere due volte l'esperimento". Altro frutto presente nella serra di contenimento del laboratorio di biotecnologie dell'Enea, il Micro-tom, minuscolo pomodoro nato come pianta ornamentale e trasformato dai ricercatori in un alimento ricco di sostanze antiossidanti. Un nome, quello del progetto, che racchiude già il programma: BIOxTREME, ovvero come utilizzare il potenziale di queste colture per costruire super piante in grado di resistere a microgravità, radiazioni cosmiche e campi elettromagnetici, sognando di sbarcare su Marte.

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