Ottenuta la mappa del Dna dei batteri delle spugne da cucina

Scienze
Le spugne utilizzate per lavare i piatti agirebbero da serbatoi di microrganismi e 'disseminatori' di batteri su altre superfici domestiche (foto: LaPresse)

Ogni centimetro cubo ospiterebbe oltre 50 miliardi di microrganismi, un numero sette volte superiore agli abitanti della Terra

Le spugnette da cucina sarebbero l'habitat ideale per i batteri. In particolare, ogni centimetro cubo ospiterebbe oltre 50 miliardi di organismi, tra i quali anche i batteri che causano polmonite e meningite. A rivelarlo è uno studio guidato dalle università tedesche di Giessen e di Furtwangen pubblicato sulla rivista "Scientific Reports". La ricerca, alla quale ha preso parte anche l'italiano Massimiliano Cardinale, ha analizzato il Dna dei microrganismi presenti in 14 spugne usate, rivelando anche un aspetto insolito: i modelli sterilizzati contenevano una percentuale più elevata di batteri rispetto a quelli che non erano mai stati puliti.

L'habitat di miliardi di batteri

Quella coordinata da Sylvia Schnell, dell'università di Giessen, e Markus Egert, dell'università Furtwangen è la prima analisi completa dei batteri delle spugne, che può fornire importanti indicazioni per l'igiene domestica. Le spugne utilizzate per lavare i piatti, infatti, agirebbero sia da serbatoi di microrganismi sia come "disseminatori" di batteri su altre superfici domestiche. In quest'ultimo caso aumenterebbero il rischio di contaminare mani e cibo. Ad esempio, uno dei batteri individuati durante le analisi, la Moraxella osloensis, può causare infezioni nelle persone con un sistema immunitario debole ed è il microrganismo responsabile del cattivo odore che a volte hanno sia il lavandino sia le spugne stesse. Lo studio, inoltre, mostra che il numero di batteri nelle spugnette sarebbe paragonabile a quello presente nelle feci e che combattere questi microrganismi con la sterilizzazione, diversamente da quanto si potrebbe pensare, sarebbe inutile

Sostituire le spugne l'unica soluzione

Vista l'inefficacia della sterilizzazione, secondo gli esperti, l'unica soluzione possibile per avere una spugna pulita è sostituirla ogni settimana. Dalle analisi, infatti, con grande sorpresa dei ricercatori, è emerso che la sterilizzazione attraverso bollitura o microonde non solo non è stata in grado di uccidere questi microrganismi, ma li avrebbe addirittura rafforzati. Le spugne sterilizzate, infatti, contenevano una percentuale più elevata di batteri rispetto a quelle che non erano mai state pulite. Ciò potrebbe essere dovuto, secondo i ricercatori tedeschi, dal fatto che i batteri che causano le malattie sono più resistenti e capaci di ricolonizzare rapidamente le aree abbandonate. Un fenomeno analogo a quanto avviene nell'intestino a seguito di un trattamento antibiotico.

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