Olanda, scoperta una molecola che fa ringiovanire i topi

Scienze
I topi sottoposti all'esperimento hanno riconquistato una pelliccia folta e lucente e dei reni più efficienti (Getty Images)

Un esperimento condotto sui dei roditori ha fatto registrare miglioramenti nelle loro condizioni di salute grazie a una molecola che induce al suicidio le cellule senescenti

Un gruppo di ricercatori olandesi dell'Erasmus University, a Rotterdam, ha testato su dei topi una molecola che provoca la morte delle cellule anziane, accelerando il rinnovamento e la rigenerazione dei tessuti. I roditori sottoposti all’esperimento in poco tempo hanno riacquistato un pelo folto e lucido migliorando le loro condizioni generali di salute, nonostante fossero in età avanzata. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell e a breve, hanno annunciato i ricercatori, la terapia anti-età verrà testata anche sull’uomo.

 

Gli effetti – La molecola, un peptide, è stata somministrata su topi anziani e modificati geneticamente all'invecchiamento precoce. La terapia oltre a dare risultati significativi, secondo Peter de Keiser, il ricercatore a capo dello studio, "causa la morte solo delle cellule senescenti senza effetti collaterali evidenti". Un aspetto rivoluzionario rispetto alle ricerche precedenti che raggiungevano lo stesso effetto ma risultando dannose anche per le cellule "giovani" e sane. Nello specifico, i ricercatori hanno potuto osservare un miglioramento complessivo delle condizioni dei roditori con il progredire della terapia. Il composto è stato somministrato tre volte a settimana per circa dieci mesi: dopo appena dieci giorni i topi che avevano perso il pelo a causa dell’età lo hanno recuperato. Tre settimane, dopo, invece sono stati registrati i primi benefici generali sulla salute e sulla reattività dei roditori. Quelli sottoposti alla terapia, infatti, percorrevano il doppio della distanza rispetto ai coetanei che non avevano ricevuto il composto. Al termine del primo mese, infine, la molecola ha avuto effetti benefici anche sui reni che hanno recuperato a pieno la loro funzionalità, nonostante l’età avanzata. Secondo i ricercatori, inoltre, il peptide ha incentivato la curiosità dei roditori che hanno sviluppato una maggiore propensione a esplorare l'ambiente circostante.

 

Test sull’uomo – Secondo lo studio, la molecola potrebbe avere degli effetti benefici nel trattamento di malattie cardiache, dell’artrite e del diabete. Per questa ragione i ricercatori stanno pianificando i primi test sull'uomo per escludere rischi di tossicità. I pazienti presi in esame, però, non saranno anziani: “Non riteniamo che la sperimentazione debba iniziare con pazienti di 90 anni, in condizione di salute precarie”, ha spiegato de Keiser, aggiungendo che l’efficacia della molecola verrà provata su cellule tumorali che hanno in comune molti aspetti con quelle senescenti. Così a breve dovrebbe partire una sperimentazione su pazienti affetti da un tumore cerebrale molto aggressivo, il glioblastoma multiforme. Solo dopo aver verificato l’efficacia su queste cellule, ha spiegato il ricercatore, si potrà pensare di utilizzare il composto contro le malattie legate all'età o addirittura per prevenire l’invecchiamento stesso.

Scienze: I più letti