Sistema solare: calcolata la nascita dei primi pianeti
ScienzeUn gruppo di ricerca coordinato dal Massachusetts Institute of Technology ne ha ricostruita l’origine grazie a campioni incontaminati di meteoriti primitivi. Giove e Saturno i più "anziani"
Per diverso tempo l’origine del sistema solare non ha avuto una collocazione precisa. Ora, però, grazie al lavoro di un gruppo di ricerca guidato dal Mit, è stato possibile risalire al momento in cui una nube primitiva di gas e polvere è collassata su se stessa dando origine prima al sole e poi al resto dei pianeti. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science, è stata possibile grazie all’analisi di campioni incontaminati di meteoriti primitivi.
La nascita del sistema solare – La scoperta dei ricercatori del Mit ha consentito di risalire a una cifra più precisa dell’epoca della formazione dei primi pianeti. Le stime precedenti la collocavano in un periodo compreso tra uno e dieci milioni di anni dalla nascita del sistema solare. Circa 4,6 miliardi di anni fa una nube composta di gas e polveri collassò su se stessa appiattendosi in un disco. Successivamente, gran parte della materia si spostò verso il centro di questa formazione dando origine al sole. Ciò che rimase si condensò per dar vita al resto dei pianeti. Queste sono tutte informazioni già note. Quello che non si sapeva, invece, era una stima precisa del momento in cui si sarebbero formati. Secondo i ricercatori del Mit, i primi pianeti che popolarono il sistema solare furono Giove e Saturno, circa 4 milioni di anni dopo il collasso della nebulosa.
Gli orientamenti magnetici dei meteoriti – Ciò che ha permesso ai ricercatori dell’istituto americano di tecnologia di arrivare ad una stima abbastanza precisa dell’origine dei pianeti è stata l’analisi di campioni rocciosi appartenenti ad antichi meteoriti. Si tratta di rocce ferrose, originate da asteroidi, che si sono rivelate molto utili perché utilizzate dagli studiosi come una sorta di registratore dell’origine del sistema solare. In particolare il team del Mit si è concentrato sul loro orientamento magnetico e sull’elevato contenuto di uranio presente al loro interno. La combinazione di questi due dati ha permesso di determinarne con precisione l’età e, di conseguenza, anche l’età di ciò che questi campioni avevano "registrato": la nascita dei primi pianeti.
L’origine dei campioni rocciosi – Sono stati quattro, in particolare, i meteoriti analizzati. Questi sono caduti sulla Terra in luoghi e tempi diversi. Dal Brasile, all’Antartide passando per il deserto del Sahara, tutti i campioni hanno mantenuto uno straordinario stato di conservazione. Interessante, in particolare, la storia di un campione ritrovato in Argentina da un contadino intento a coltivare il suo campo, come racconta sul portale dell’istituto americano il professor Benjamin Weiss. "Sembrava un manufatto indiano o una ciotola e il contadino lo ha tenuto nella sua casa per circa 20 anni, prima di decidersi a farlo analizzare, per scoprire che si trattava di un rarissimo meteorite".