Natività, la più antica potrebbe avere 5mila anni: si trova nel Sahara
ScienzePitture rupestri raffiguranti un bambino con i genitori, due animali e una stella all’orizzonte sarebbero state scoperte dal geologo italiano Marco Morelli all’interno di una piccola grotta nel deserto africano
Molti artisti l’hanno rappresentata negli anni attraverso la pittura e la scultura, ma la più antica natività potrebbe risalire a 5mila anni fa. Lo sostiene il geologo Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze Planetarie di Prato, che avrebbe realizzato questa scoperta durante un viaggio in alcuni siti tra la valle del Nilo e il Gilf el-Kebir, un altopiano dell’area sud occidentale del deserto libico.
<iframe src="https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FMuseoScienzePlanetarie%2Fposts%2F1394143963950160&width=500" width="500" height="483" style="border:none;overflow:hidden" scrolling="no" frameborder="0" allowTransparency="true"></iframe>
La “Grotta dei genitori” – Un bambino accanto ai genitori, due animali e, all’orizzonte, la rappresentazione di una stella. Sono le pitture rupestri dal colore ocra rosso-bruno realizzate sul soffitto di una grotta del Sahara, in territorio egiziano. Quella che oggi è una distesa area desertica, era molto diversa un tempo. I numerosi reperti archeologici, i graffiti raffiguranti animali e scene di caccia sarebbero la prova che in un passato remoto questa regione fosse abitata. Il disegno è stato probabilmente inciso da tribù nomadi di cacciatori e raccoglitori durante il Neolitico. Il sito è stato ribattezzato “Grotta dei genitori”.
Una natività neolitica - Al centro della scena rappresentata sulla pietra ci sono tre figure umane: un uomo sulla destra, una donna a sinistra (riconoscibile dal seno stilizzato e dalle forme sinuose) e un bambino disegnato poco più in alto. Questa disposizione non è casuale, ma potrebbe rappresentare l’auspicio per una nascita. Più distanti, invece, ci sono due animali. Non chiaramente identificabili: il primo in alto, rifacendosi alle rappresentazioni più comuni dell’epoca per quella regione, potrebbe ricordare un “leone acefalo”. Il secondo in basso a destra sembrerebbe una scimmia. A completare la scena, sulla destra, c’è una figura circolare che potrebbe raffigurare una stella all’orizzonte.
La somiglianza con la Natività cristiana – L’autore della scoperta, il geologo Marco Morelli, direttore del museo di Scienze planetarie di Prato, si è detto “sorpreso dell’incredibile somiglianza con la Natività cristiana”. Morelli sostiene che la “Grotta dei genitori” potrebbe essere la più antica ante-litteram mai scoperta finora. “È probabile – continua il geologo – che rappresenti una raffigurazione ‘classica’, per quel periodo, della nascita di un bimbo e della formazione di un nucleo familiare, oppure di rituali di auspicio per la nascita di un figlio”.
Una scoperta lasciata nel cassetto – La scoperta della grotta è avvenuta nel 2005 in realtà, ma per diversi anni non è stata resa pubblica. I ricercatori hanno voluto prima studiare i disegni nel dettaglio. Un secondo sopralluogo è stato fatto tre anni fa. Il motivo di tanta prudenza starebbe nell’unicità di questa scoperta. ''Esistono – sostiene Morelli - molte scene familiari, ma in contesti e posizioni molto diversi: sono raffigurate scene di caccia, danze, persone che camminano. Invece qui troviamo una famiglia isolata, avvicinata da due animali che sembrano partecipare all'evento della nascita, sotto quello che sembra essere un astro. Non abbiamo trovato scene simili fino all'età paleocristiana''.