Il ritmo all'origine dell'orgasmo: lo dimostra una ricerca Usa
ScienzeUno studio della Northwestern University indaga sui misteri del piacere: una particolare sincronizzazione ritmica sarebbe vitale per il suo raggiungimento
Una ricerca della Northwestern University (Illinois, Usa) ha individuato nel ritmo l'elemento basilare per il raggiungimento del massimo piacere. Ci sarebbe, infatti, una forma di “sincronizzazione” alla base di quello stato di trance, prodotto dai neuroni, che diventa poi l'anticamera dell'orgasmo.
Una questione di ritmo - “La sincronizzazione è importante affinché si propaghino i segnali nel cervello, in quanto i neuroni si accendono con maggiore probabilità se sono stimolati più volte in una stretta finestra temporale”, spiega a “MedicalXpress” il neuroscienziato Adam Safron, autore della ricerca pubblicata sulla rivista “Socioaffective neuroscience&psychology”. Secondo la descrizione dell'autore, che riprende buona parte della letteratura scientifica sul tema, sarebbe proprio la stimolazione ritmica ad amplificare le oscillazioni neurali: se il processo si estende abbastanza a lungo si può raggiungere lo stato di trance e concentrazione sui sensi che precede il climax. Ma cosa succede se questo ritmo viene meno? “I segnali” che arrivano al cervello “decadono in meccanismo di reset, piuttosto che sommarsi assieme”, afferma Safron: “Questo mi ha fatto ipotizzare che sia l'intrattenimento ritmico il meccanismo primario secondo il quale le soglie orgasmiche vengono sorpassate”.
Una sincronizzazione che ricorda quella del ballo – Non si può negare che, così descritta, l'attività sessuale ricordi la stessa armonia che si produce nel ballo, dove è fondamentale che i partner vadano a tempo e siano sincronizzati. Nel modello descritto dal dottor Safron, inoltre, l'affinità del ritmo permette di comprendere anche la scelta del compagno sessuale, in una sorta di test d'intesa basato proprio sulla sincronizzazione. “Non mi aspettavo di scoprire che l'attività sessuale fosse così simile alla musica e alla danza, non solo nella natura delle rispettive esperienze, ma anche dal punto di vista evolutivo”, ha aggiunto il neuroscienziato. Infatti, “la capacità di mantenimento del ritmo può servire come test di idoneità per potenziali compagni".