È una condizione psichiatrica caratterizzata da gravi alterazioni dell’umore e in particolare dal passaggio da episodi depressivi a fasi di euforia ed eccitazione (chiamati episodi maniacali o ipomaniacali). Ecco nel dettaglio i suoi sintomi
Il disturbo bipolare è una condizione psichiatrica caratterizzata da gravi alterazioni dell’umore e in particolare dal passaggio “incontrollato” da episodi depressivi a fasi di euforia ed eccitazione (chiamati episodi maniacali o ipomaniacali).
Come specificato sul sito ufficiale del ministero della Salute, si parla di disturbo bipolare solo se, nella storia del soggetto, è rintracciabile almeno un episodio "maniacale" o "ipomaniacale", alternato ad episodi di depressione.
Chiamato in passato sindrome maniaco depressiva o depressione bipolare, il disturbo bipolare e le gravi alterazioni dell’umore che caratterizzano questa condizione psichiatrica provocano in chi ne soffre un disagio “clinicamente significativo o compromissione del funzionamento personale e sociale”.
Il disturbo bipolare interessa circa l’1% della popolazione
Secondo i dati del National Institute of Mental Health ne soffre circa l’1% della popolazione mondiale, con un'uguale incidenza tra maschi e femmine. Oltre ad essere una delle principali cause di disabilità nel mondo nelle persone di età compresa tra i 15 e i 44 anni, il disturbo bipolare sarebbe correlato a un rilevante aumento del rischio di suicidio (15 volte superiore).
Solitamente il primo episodio insorge nella fascia di età compresa tra i 19 e i 29 anni, per poi presentarsi in frequenze differenti per tutta la vita.
Cause e sintomi
Il disturbo bipolare, proprio come altri disturbi psichici, ha cause spiegabili con modelli multifattoriali bio-psico-sociali.
Solitamente, i soggetti con familiari di primo grado con questo disturbo hanno un maggior rischio di soffrirne. Inoltre, come spiegato dagli esperti, “nel disturbo bipolare la componente genetica è ampiamente dimostrata (rischio aumentato di avere il disturbo nella vita: 40-70% nei gemelli monozigoti)”.
Quanto ai sintomi, la fase maniacale è solitamente caratterizzata da euforia estrema, ipersensibilità, agitazione psicomotoria, autostima esagerata, eccessivo coinvolgimento in attività e comportamenti rischiosi, maggiore loquacità e inventiva, possibili allucinazioni e deliri, e talvolta dall'abuso di alcol o dal consumo di droghe.
La fase depressiva, invece, è caratterizzata abitualmente da un forte senso di tristezza, perdita di interesse attività o persone, pessimismo, senso di colpa, disturbi di concentrazione, disturbi del sonno e dell’appetito, risvegli precoci o ipersonnia e mancanza di energie.
Entrambe le due fasi che caratterizzano questa condizione psichiatrica possono portare i soggetti che ne soffrono ad assentarsi frequentemente dal lavoro o dalla scuola.
Le quattro diverse tipologie di disturbo bipolare
In base alla durata, alla frequenza e all’intensità dei sintomi, si distinguono quattro diverse tipologie di disturbo bipolare: di tipo I, di tipo II, Disturbo bipolare Non Altrimenti Specificato (NAS) e Disturbo ciclotimico.
Come riporta il ministero della Salute, “approssimativamente il 10-15% degli adolescenti che presentano episodi ricorrenti di depressione maggiore sviluppano un disturbo bipolare di tipo I”. Ecco nel dettaglio le differenze tra le diverse tipologie di disturbo bipolare.
• Il disturbo bipolare di tipo I, come spiegato dagli esperti del ministero della salute, è caratterizzato dalla presenza di uno o più Episodi Maniacali o Episodi Misti per almeno una settimana. “Spesso le persone che ne soffrono hanno avuto uno o più Episodi Depressivi della durata di almeno due settimane; tali episodi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, scolastico”, precisano nella nota.
• Il disturbo bipolare di tipo II, invece, si distingue per la presenza di uno o più Episodi Depressivi Maggiori accompagnati da almeno un Episodio Ipomaniacale. “I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale lavorativo o di altre importanti aree del funzionamento”, spiega il ministero della Salute.
• Il disturbo Non Altrimenti Specificato (NAS), invece, “include disturbi con caratteristiche bipolari che non soddisfano i criteri per nessuno specifico disturbo bipolare”. Si parla di NAS quando, per esempio, un paziente alterna nel giro di giorni sintomi maniacali e depressivi, caratterizzati da una durata non sufficiente per essere definiti come episodio maniacale o episodio depressivo maggiore.
• Il disturbo ciclotimico è la forma più lieve di questa condizione psichiatrica ed è caratterizzato dalla presenza per almeno 2 anni “di numerosi episodi ipomaniacali e di numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore che comunque causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre importanti aree del funzionamento”.