Si tratta della capacità, naturale o acquisita, di un batterio di resistere all'azione di contrasto di farmaci adatti alla cura di malattie infettive. Ecco cosa rappresenta oggi e come poterla contrastare
Cosa significa il termine “antibiotico resistenza”? Come spiega il portale “ISSalute” gestito dall’Istituto Superiore di Sanità, si intende la capacità di un batterio di resistere all'azione di contrasto di uno o più farmaci antibiotici, così da sopravvivere e moltiplicarsi nonostante tutto. Questa tipologia di resistenza può essere sia naturale, verificandosi quando il batterio è naturalmente resistente ad un antibiotico, sia acquisita, manifestandosi invece quando lo stesso si adatta a resistere ad un farmaco antibiotico mediante particolari modifiche al proprio patrimonio genetico.
Una minaccia globale
L’antibiotico resistenza, spiegano gli esperti del Ministero della Salute, ha oggi un importante impatto sull’uomo, sugli animali e anche sull’ambiente. Questa caratteristica dei batteri, microrganismi unicellulari (formati da una sola cellula) che possono anche causare infezioni localizzate ad un organo o diffondersi nell'organismo, infatti rende più difficile riuscire a curare le malattie infettive: il decorso risulta più lungo, aumenta il rischio di complicanze, fino ad arrivare a esiti che possono essere particolarmente gravi. Questo anche perché i batteri, anche quelli resistenti, non riconoscono confini geografici, né barriere di specie ed è un motivo per cui “il fenomeno dell’antibiotico-resistenza rappresenta una minaccia globale”.
Come si è arrivati all’antibiotico resistenza
Gli antibiotici, dicono ancora gli esperti, rappresentano oggi una risorsa molto importante per la salute dal momento che, a partire dalla loro scoperta, hanno contribuito in modo importante ad impedire la diffusione delle infezioni batteriche, riducendone al minimo le complicazioni gravi che ne possono scaturire. Molte delle malattie infettive che non erano curabili in un'epoca precedente all'uso degli antibiotici oggi lo sono più facilmente. Come detto, negli ultimi anni, medicinali che erano comunemente utilizzati per curare le infezioni batteriche (basti pensare alla penicillina per la polmonite) sono diventati meno efficaci o non funzionano più a causa dell'uso non corretto che se ne è fatto nel corso del tempo. “Il fatto che i batteri sviluppino resistenza ad un antibiotico è un naturale processo evolutivo ma questo fenomeno è accelerato e aggravato da un uso eccessivo e spesso scorretto di questi farmaci”, spiegano i medici. Ogni batterio che sopravvive ad una cura antibiotica, infatti, può diventare resistente alle cure successive, moltiplicarsi e passare la propria capacità di resistere agli antibiotici ad altri batteri. Un ulteriore problema, poi, è quello rappresentato da batteri che diventano resistenti a più antibiotici in contemporanea (la cosiddetta “multi-resistenza”) poiché in questi casi trovare una cura diventa ancora più complesso.
Alcuni batteri resistenti
Tra le specie batteriche più importanti divenute resistenti agli antibiotici, gli esperti indicano lo “staphylococcus aureus”, che può causare infezioni della cute e di tutto l'organismo (setticemia) o la “klebsiella pneumoniae”, che provoca infezioni urinarie e polmonari. Ancora il “campylobacter”, che causa infezioni intestinali e “l'escherichia coli” che può provocare diversi tipi di infezioni, tra cui quelle alle infezioni urinarie.
Come prevenire
Per prevenire lo sviluppo dell'antibiotico resistenza “è fondamentale limitare l'uso degli antibiotici ai casi in cui sono veramente necessari e seguire alcune semplici regole”, scrive l’Iss nel suo portale. Ad esempio non chiedere antibiotici al proprio medico di famiglia se non sono stati prescritti, prendere gli antibiotici seguendo solo e solamente le indicazioni del medico, completare l'intero ciclo di cura anche se ci si sente meglio, chiedere al proprio medico come comportarsi se ci si dimentica di prendere una dose, non prendere di propria iniziativa gli antibiotici avanzati da una precedente cura, non prendere mai gli antibiotici prescritti per un'altra persona e non prendere mai gli antibiotici in caso di raffreddore o di influenza. Seguire tali regole è fondamentale, dicono i medici anche perché l'assunzione di antibiotici contro infezioni batteriche leggere (mal di gola, bronchiti o otiti), risulta spesso superflua: per guarire è sufficiente l'azione del sistema di difesa dell'organismo (sistema immunitario).
Alcuni consigli pratici
Un altro dato da conoscere è che non tutti gli antibiotici sono efficaci contro tutti i batteri. E’ sempre fondamentale che sia un medico ad indicare quale sia il tipo più adatto di farmaco per la cura dell'infezione in corso. Per evitare di infettarsi con batteri antibiotico-resistenti, un buon consiglio è quello di fare attenzione all'igiene: lavarsi le mani regolarmente con acqua e sapone, soprattutto dopo aver usato il bagno, prima di mangiare, prima di preparare i cibi e dopo la manipolazione di carni crude. Fare attenzione poi ai prodotti alimentari di origine animale che sono spesso contaminati da batteri e quindi possono costituire una via di trasmissione anche di batteri antibiotico-resistenti. Occhio poi a frutta e verdura perché potrebbero essere venute a contatto con rifiuti animali o acqua contaminata: è importante allora lavarle bene e mantenere le superfici di lavoro della cucina sempre pulite.