Intossicazione alimentare: quali sono i sintomi e i rischi da non sottovalutare

Le intossicazioni alimentari rappresentano ancora oggi un rischio concreto per la salute, spesso sottovalutato o legato a comportamenti quotidiani apparentemente innocui. Dalla corretta conservazione dei cibi al consumo di alimenti crudi, fino all’attenzione verso i sintomi che possono indicare quadri più gravi, la prevenzione resta fondamentale. A fare chiarezza è Patrizia Laurenti, professoressa di Igiene all’Università Cattolica e direttrice dell’Unità di Igiene dell’ospedale Gemelli, ospite a Timeline su Sky TG24, che ha spiegato cosa sono le tossinfezioni alimentari, come riconoscerle e quali accorgimenti adottare. Che cosa sono le tossinfezioni alimentari “Le tossinfezioni alimentari sono intossicazioni legate all’ingestione di alimenti contaminati da microrganismi, virus o batteri, oppure dai loro prodotti, come tossine o veleni”, ha spiegato la professoressa Laurenti. Si tratta di sostanze che “possono svilupparsi quando un alimento viene conservato in condizioni non idonee dal punto di vista igienico-sanitario”, creando “condizioni idonee allo sviluppo delle tossina”. Le forme di intossicazione possono essere diverse e coinvolgere microrganismi differenti. “Purtroppo - ha sottolineato l’esperta - spesso si ha a che fare con il botulismo, che rappresenta una delle tossinfezioni più frequenti nel nostro Paese. Ma non bisogna dimenticare anche le intossicazioni legate al consumo di funghi o di prodotti della pesca, come i frutti di mare, che, proprio per la loro caratteristica di essere organismi filtranti, possono accumulare microrganismi o sostanze tossiche presenti nell’acqua in cui crescono. Per questo motivo vanno sempre consumati cotti”. Attenzione a pesce crudo e funghi Un tema particolarmente delicato riguarda il consumo di pesce crudo. “È un alimento che per sua natura può essere più facilmente contaminato perché vive in ambienti marini o acquatici in cui si possono concentrare sia microrganismi, come salmonella o altri batteri, ma anche sostanze inquinanti, come gli scarichi industriali”. Da qui l’importanza di controllare con attenzione la provenienza dei prodotti. “È importante acquistare solo alimenti controllati e certificati. Non bisogna mai approvvigionarsi di prodotti di cui non è nota la provenienza. Questa è la prima misura di prevenzione”. Un discorso analogo vale per i funghi raccolti autonomamente. Anche se si è esperti raccoglitori, “è sempre fondamentale farli valutare dagli ispettorati micologici delle aziende sanitarie locali. Esistono specie molto simili tra loro che possono trarre in inganno”. L’importanza di rispettare la catena del freddo La dottoressa ha richiamato poi l’attenzione sul comportamento dei consumatori. Un errore frequente riguarda infatti la gestione domestica degli alimenti. “È fondamentale rispettare la catena del freddo o del caldo. Non bisogna mai conservare gli alimenti a temperatura ambiente, soprattutto se tra la preparazione e il consumo passano molte ore”, come in questi giorni di festa. I sintomi da non sottovalutare Dal punto di vista clinico, le tossinfezioni alimentari presentano sintomi iniziali simili. In genere, ha spiegato Laurenti, “la sintomatologia iniziale è di tipo gastroenterico”, con nausea, vomito e diarrea. Tuttavia, esistono segnali che devono destare maggiore preoccupazione: “Quando compaiono difficoltà a parlare, a deglutire, visione doppia o difficoltà a tenere gli occhi aperti, siamo di fronte a possibili segni di coinvolgimento neurologico, come accade nel caso della tossina botulinica”. Un elemento importante è anche la diffusione dei sintomi: “Se più persone che hanno mangiato insieme manifestano gli stessi disturbi, è fondamentale rivolgersi subito ai sanitari”. I tempi di comparsa dei sintomi Per quanto riguarda il botulismo, i tempi di insorgenza possono essere relativamente rapidi. “Mediamente i sintomi si manifestano e raggiungono il loro picco entro 36 ore. In alcuni casi possono evolvere rapidamente e portare a un’insufficienza respiratoria”, ha spiegato la professoressa. Il caso di Pietracatella Sul caso di Pietracatella, in provincia di Campobasso, dove una presunta intossicazione alimentare ha portato alla morte di una 15enne, e della madre, la professoressa Laurenti ha invitato alla massima cautela. “In questo caso si ipotizza un'epatite fulminante, quindi è più facile forse pensare a una sostanza tossica che potrebbe aver provocato un danno epatico acuto fulminante. Ma sono tutte illazioni, al momento, che i test di laboratorio dovranno confermare. È un lavoro delicato, che esige rispetto e prudenza”.

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Jennifer Caspani