Tumori del sangue: perché non sono tutti uguali
Salute e BenessereI tumori del sangue non sono una sola malattia. Dietro questa definizione si celano patologie molto diverse tra loro: leucemie, linfomi e mielomi. Ognuna ha caratteristiche cliniche, prognosi e trattamenti specifici. Ecco perché è fondamentale sottolineare che i tumori del sangue non sono tutti uguali. Nella seconda parte di Health focus sulla dermatite atopica pediatrica
I tumori del sangue sono malattie diverse che richiedono cure diverse. Durante la puntata di questa settimana di Health ci siamo posti l’obiettivo di fare chiarezza. Le leucemie colpiscono le cellule staminali del midollo osseo, i linfomi interessano il sistema linfatico, mentre i mielomi coinvolgono le plasmacellule. La diversità biologica di queste neoplasie si riflette nella diversità terapeutica: dalla chemioterapia ai trapianti, fino alle terapie innovative come le CAR-T. La personalizzazione del trattamento è oggi una necessità clinica, non un’opzione.
35mila nuovi casi ogni anno in Italia
Secondo i dati del Ministero della Salute e della Fondazione AIOM, in Italia si registrano circa 35.000 nuove diagnosi di tumori del sangue ogni anno. Le neoplasie ematologiche rappresentano circa il 10% di tutti i tumori e coinvolgono oltre 500.000 persone che convivono con queste patologie.
Guarigione e cronicità
Grazie ai progressi della ricerca, molte forme di tumore del sangue oggi si possono guarire o cronicizzare. Alcune leucemie croniche, ad esempio, permettono ai pazienti di vivere una vita lunga e di qualità, con terapie di mantenimento e monitoraggio costante. Tuttavia, la cronicità oncologica richiede un modello di presa in carico specifico, che ancora manca in molte Regioni italiane. Il progetto Bridge the Gap, sin pone l’obiettivo di colmare le distanze tra pazienti, medici, istituzioni e territorio. Lo fa dando voce a chi vive la malattia, a chi la cura e a chi la racconta, per costruire una narrazione consapevole e concreta attorno ai bisogni reali delle persone.
Prognosi diverse, pazienti diversi
Non tutti i tumori del sangue hanno la stessa evoluzione. Alcuni sono aggressivi e richiedono interventi immediati, altri hanno un decorso lento. Anche la prognosi varia notevolmente in base al tipo di neoplasia, all’età del paziente, alla presenza di comorbidità e alla tempestività della diagnosi.
Colpiscono anche i giovani
Una fascia particolarmente fragile è quella dei giovani adulti, i cosiddetti AYA (Adolescents & Young Adults), tra i 16 e i 39 anni. Questi pazienti si trovano in una “terra di nessuno” tra oncologia pediatrica e adulta, con bisogni clinici e psicologici specifici. Le loro patologie sono spesso rare, difficili da diagnosticare e da trattare e richiedono un approccio multidisciplinare dedicato.
Cura personalizzata e assistenza globale
I tumori del sangue richiedono cura personalizzata, ma anche assistenza globale: supporto psicologico, continuità territoriale, presa in carico multidisciplinare. In Italia, solo una parte delle strutture offre un servizio di psico-oncologia integrato, e meno del 20% dei pazienti ha accesso a un supporto psicologico strutturato.
Ascolto, dialogo, speranza
I pazienti chiedono ascolto e dialogo. La comunicazione medico-paziente è parte integrante della cura. La speranza nasce dalla ricerca scientifica, ma deve tradursi in accesso equo alle terapie, qualità della vita e dignità del percorso di cura.
Dermatite atopica pediatrica: una malattia che impatta su tutta la famiglia
Nella seconda parte di Health siamo tornati ad occuparci di dermatite atopica, la malattia infiammatoria della pelle più comune in età pediatrica nei paesi industrializzati. Colpisce tra il 10% e il 20% dei bambini e nell’85% dei casi insorge prima dei 5 anni. Non è solo una condizione dermatologica, ma una patologia cronica che può avere un impatto profondo sulla qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie.
Sintomi fastidiosi e stigma sociale
Il prurito intenso, il sonno disturbato, le lesioni visibili e il disagio sociale sono tra i sintomi più comuni e debilitanti. Nei bambini molto piccoli (fino a 2 anni), la dermatite si manifesta con vescicole, croste e lesioni pruriginose su viso, tronco e arti. Crescendo, l’eczema cambia aspetto: la pelle diventa più secca e ispessita, con lesioni localizzate nelle pieghe del corpo, come gomiti, ginocchia, mani e piedi.
Una malattia cronica e sistemica
La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica di tipo 2, e spesso si associa ad altre patologie come asma, rinite allergica ed esofagite eosinofila. Questo legame sistemico rende la gestione clinica ancora più complessa e richiede un approccio integrato.
Relazioni compromesse e bullismo
La gravità della malattia può diventare una barriera relazionale. Bambini e adolescenti con dermatite atopica vivono spesso difficoltà sociali, isolamento e episodi di bullismo legati all’aspetto della pelle. Il disagio psicologico può essere profondo e duraturo, e coinvolge anche i genitori e caregiver.
Nuove terapie biologiche: una svolta nella cura
Fino a poco tempo fa, le opzioni terapeutiche per i bambini con dermatite atopica grave erano limitate a trattamenti topici e terapie sistemiche tradizionali, spesso non specificamente indicate per questa patologia. Oggi, grazie all’introduzione di terapie biologiche mirate, la gestione della dermatite atopica ha fatto un salto di qualità. Le nuove terapie sono indicate per la dermatite atopica da moderata a grave negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni, e per la forma grave nei bambini dai 6 mesi di vita. Studi clinici e dati real-world hanno confermato la efficacia e sicurezza di queste terapie, soprattutto nei casi più severi, migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.