Health, il digitale cambia il volto della medicina generale

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Raffaella Cesaroni

Raffaella Cesaroni

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Nella nuova puntata di HEALTH la ricerca del CERGAS SDA Bocconi che fotografa un cambiamento epocale nel rapporto tra medici di medicina generale e pazienti

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La medicina generale italiana sta vivendo una trasformazione profonda e in gran parte silenziosa, guidata non da riforme legislative o strategie ministeriali, ma da una spinta dal basso: quella dei medici e dei pazienti. È quanto emerge dalla ricerca “La rivoluzione digitale dei medici di famiglia e dei loro pazienti”, curata dal CERGAS SDA Bocconi e presentata in esclusiva durante l’ultima puntata di HEALTH.

Interazioni medico paziente da remoto

Secondo i dati raccolti da Francesco Longo - Responsabile Scientifico del CERGAS - e dal suo team, il 65% delle interazioni tra medico e paziente avviene oggi da remoto. Un dato che sorprende per la sua omogeneità: da Lecco a Napoli-Scampia, passando per la Romagna, l’adozione di strumenti digitali come e-mail, telefono e messaggistica è diventata la norma, indipendentemente dal contesto socio-demografico. “È una rivoluzione spontanea, nata dalla necessità di gestire un numero crescente di pazienti e richieste, che ha preceduto qualsiasi scelta strategica delle politiche sanitarie nazionali” - spiega Longo.

Numeri che parlano chiaro

Ogni medico di medicina generale (MMG) gestisce in media 45 contatti al giorno, a cui si aggiungono oltre 30 contatti gestiti dalle segreterie. In alcune realtà si superano i 100 contatti quotidiani. Le interazioni da remoto raggiungono il 69% a Lecco, il 66% in Romagna e il 57% a Napoli. Le richieste più frequenti? Prescrizioni, informazioni e prenotazioni, che rappresentano oltre il 40% dei contatti.

La voce dei protagonisti

Anna Carla Pozzi, Segretaria FIMMG Milano, sottolinea come questa trasformazione avvenga in un contesto di carenza strutturale di medici di famiglia: “Ogni MMG è sottoposto a una pressione crescente. Il digitale ha aiutato, ma il sistema resta inadeguato. Serve una riforma profonda della medicina territoriale”. Gaetano Lops, medico di medicina generale a Milano, conferma: “Nel nostro lavoro quotidiano, e-mail e messaggistica sono diventati strumenti essenziali. Anche i pazienti più anziani si sono adattati: l’accesso fisico agli ambulatori è ormai riservato a visite programmate o urgenze”.

Un nuovo modello di prossimità

Il Rapporto OASI 2024, da cui è tratta la ricerca, lancia un messaggio chiaro: la sanità di prossimità va ripensata. Il digitale non è solo un mezzo per rispondere all’emergenza, ma una leva per costruire un nuovo modello di assistenza, più flessibile, accessibile e sostenibile.

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