Pacemaker, cos'è e a cosa serve, l'intervento e la convalescenza

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Si tratta di un piccolo dispostivo elettronico che supporta il cuore in caso di anomalie del ritmo. I modelli più recenti permettono anche il controllo a distanza, trasmettendo dati utili al cardiologo, senza la necessità di visite frequenti in ambulatorio. La procedura per impiantarlo dura in media tra i 45 e i 90 minuti mentre la batteria dell'apparecchio ha una durata media che varia tra i 7 e i 10 anni

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Il pacemaker è un piccolo apparecchio elettronico impiantato nel corpo per supportare il cuore in caso di anomalie del ritmo, in particolare quando batte troppo lentamente, condizione nota come bradicardia. Di dimensioni paragonabili a una moneta da due euro, è composto da un generatore che produce impulsi elettrici e da uno o più fili sottili, chiamati elettrocateteri, che trasmettono questi segnali direttamente al cuore.

 

Come funziona l'impianto

Quando il dispositivo rileva un rallentamento del battito, interviene stimolando elettricamente il muscolo cardiaco per riportarlo a un ritmo adeguato. Questo aiuta a garantire che il sangue ossigenato circoli correttamente, prevenendo sintomi come affaticamento, capogiri, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, perdita di coscienza. Il pacemaker viene di solito inserito chirurgicamente sotto la pelle, appena sotto la clavicola. L’intervento, eseguito in anestesia locale, comporta un piccolo taglio per creare una sede in cui posizionare il dispositivo. Gli elettrocateteri vengono poi introdotti nelle vene e diretti verso il cuore, dove rimarranno in contatto con il muscolo per monitorarne costantemente l’attività. Una volta impiantato, il pacemaker viene impostato tramite un computer specializzato che consente ai medici di regolare i parametri e visualizzare le informazioni relative al cuore del paziente.

 

L'intervento e la convalescenza

I modelli più recenti permettono anche il controllo a distanza, trasmettendo dati utili al cardiologo senza la necessità di visite frequenti in ambulatorio. La procedura per l'impianto dura in media tra i 45 e i 90 minuti. Dopo l'intervento, il paziente resta sotto osservazione per qualche giorno - generalmente 3 o 4 - e può tornare a casa già il giorno successivo all’operazione, salvo diversa indicazione medica. La fase post-operatoria prevede un periodo di recupero durante il quale vengono fissati controlli periodici, il primo dei quali di solito avviene a circa un mese dall'impianto. La batteria del pacemaker ha una durata media che varia tra i 7 e i 10 anni. Al termine di questo periodo, si pianifica un semplice intervento per la sostituzione del dispositivo, generalmente con lo stesso livello di invasività e tempi di recupero ridotti.

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