A Natale il consumo di alcol aumenta: i consigli dell'esperta

In Europa, il consumo di alcol è responsabile di circa 1 milione di decessi ogni anno, 2545 al giorno. Le conseguenze negative del consumo di alcol sulla salute sono sempre più provate dall’evidenza scientifica. Tra queste, nei casi più seri, ci sono il Disturbo da Uso di Alcol, le psicosi alcoliche, le cirrosi epatiche. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il periodo pandemico ha peggiorato il rischio inerente allo sviluppo di disturbi da uso di alcol e di oltre 200 malattie che includono il cancro, le malattie cardiovascolari e le disfunzioni metaboliche, cardiopatie coronariche, ictus ischemico e diabete. In Italia, secondo l’elaborazione fatta dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, presentata in occasione dell’edizione 2023 dell’Alcohol Prevention Day, nel 2021 erano 7,7 milioni i consumatori a rischio in Italia, di cui 5,25 di sesso maschile. Rispetto ai target più vulnerabili, circa 1.370.000 i ragazzi e le ragazze 11-25enni hanno avuto consumi a rischio e di questi 620.000 sono adolescenti minorenni. Nel 2021 i binge drinker, i consumatori che bevono per ubriacarsi, erano in Italia circa 3 milioni e mezzo, soprattutto maschi di tutte le età. Di questi 766 mila avevano meno di 25 anni. Gli alcoldipendenti presi in carico sono stati 63,500 mila. Maria Grazia Movalli, specialista in psicologia clinica, è la responsabile del servizio per le Alcol-Dipendenze dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Dottoressa durante le feste natalizie aumenta il consumo di alcol. Quali problematiche comporta? Durante il periodo delle feste le occasioni per “fare un brindisi” si moltiplicano: si incontrano gli amici e i parenti che non si vedono da tempo, ci sono le cene aziendali e i brindisi in ufficio, coi clienti e i fornitori. Infine, ci sono, in piena regola con la nostra tradizione conviviale, la vigilia e il pranzo natalizio, e il cenone della notte di Capodanno. Tutte buone occasioni per fare uno strappo alla regola, sia dal punto di vista alimentare che, soprattutto, alcolico. Chiunque in questo periodo sperimenta un intensificarsi dei motivi per consumare bevande alcoliche, modificando sensibilmente le proprie abitudini. Questo può avere un impatto a diversi livelli sul benessere della persona e della società. Bere di più per tanti giorni di fila, quali sono gli effetti per la salute? Ricordiamoci anzitutto che nel 2023, sulla base dei più recenti dati della letteratura scientifica, l’Organizzazione mondiale della sanità lancia un chiaro messaggio: non esiste un livello consumo di alcol senza effetti sulla salute. Eppure, è ancora largamente diffuso il falso mito che un bicchiere di vino rosso a pasto fa bene al cuore e ci sono linee guida che rimandano ancora a un consumo ritenuto a basso rischio quello di 10 unità alcoliche alla settimana Queste quantità, in ogni caso, in questo periodo di feste vengono molto facilmente e abbondantemente superate da persone di tutte le età. In questo periodo aumentano anche i rischi di bevute eccessive, di condotte di binge drinking . Eppure, per quanto appetibili siano per il loro gusto e per l’effetto socializzante ed euforizzante le bevande alcoliche, l’alcol non è una sostanza nutriente, bensì ha effetti tossici sul nostro organismo. Pur con le variazioni individuali per quanto riguarda la vulnerabilità agli effetti tossici dell’alcol, gli effetti a breve termine coinvolgono prevalentemente il sistema nervoso centrale con effetti comportamentali come la disinibizione, perdita della capacità critica, discontrollo emotivo, rallentamento dei riflessi, alterazioni nella funzione visiva, impaccio e mancanza di coordinamento motorio, perdita della memoria, sonnolenza sino alla perdita di coscienza . Inoltre, la tossicità dell’alcol si esprime anche a livello dell’apparato gastro-intestinale e, in soggetti predisposti, può condizionare danni acuti al fegato e al pancreas anche di severa entità. Gli effetti dell’alcol vengono potenziati pericolosamente da farmaci che deprimono il sistema nervoso centrale, come sonniferi, antistaminici, antidepressivi, ansiolitici, alcuni antidolorifici e alcuni farmaci utilizzati nel trattamento di altre patologie. I comportamenti associati alle alterazioni prodotte dall’alcol possono favorire danni alla salute fisica derivanti dall’aumentato rischio di incorrere in incidenti stradali, traumatismi, infortuni, condotte sessuali a rischio e indurre disturbi della sfera psichica come alterazioni brusche dell’umore e scoppi di rabbia, disinibizione di condotte inadeguate con il relativo impatto sociale e relazionale, alterazioni cognitive dell’attenzione e della memoria. Inoltre, in questo periodo dell’anno caratterizzato dalla facilità agli eccessi alcolici, non va dimenticata la possibilità che il consumo stesso aumenti la vulnerabilità all’abuso: l’esperienza piacevole legata all’ebbrezza o alla distensione dall’ansia che si prova dopo un drink o due tende a lasciare una sorta di impronta che può indurre a ripetere l’esperienza. Ciò può avere una maggiore rilevanza soprattutto per quanto riguarda i più giovani, esponendoli a maggiori rischi. Negli adolescenti le strutture cerebrali che sottendono alle funzioni cognitive legate al controllo degli impulsi, quelle che ci permettono di inibire una risposta e anche di dosare un’esperienza piacevole, si sviluppano tardi. Se questa caratteristica dello sviluppo cerebrale permette all’adolescente di compiere esperienze, lo rende anche meno prudente, più disponibile agli eccessi e vulnerabile alle conseguenze. Nel suo centro di rivolgono le persone che hanno un disturbo da uso di alcol. Il Natale è certamente un momento molto complicato. Si rivolgono al Servizio per le Alcol-dipendenze dell’Ospedale San Raffaele persone di varia età, istruzione, ceto sociale, cultura e professione che hanno un Disturbo da Uso di Alcol con diversi livelli di gravità. La differenza sostanziale tra una persona che ha un Disturbo da Uso di Alcol, una “addiction” , e un qualsiasi bevitore non sta tanto nella quantità di bevande alcoliche effettivamente consumate d’abitudine, ma nel motore che dirige questo consumo e nella capacità di modificarlo. Nell’addiction, la persona viene spinta a consumare la sostanza da una forma molto intensa di desiderio che ha origine da una alterazione dei sistemi cerebrali che regolano il piacere e la risposta di gratificazione agli stimoli. C’è un altro elemento fondamentale, la perdita di controllo sulle quantità assunte o l’incapacità di astenersi nonostante la consapevolezza che sia opportuno farlo o di avere dei problemi di salute che lo imporrebbero. Questa condizione patologica è di solito l’esito di un lungo percorso, al quale concorrono fattori costituzionali, genetici, caratteristiche psicologiche, influenze familiari e ambientali. Spesso i primi segnali dell’evoluzione verso l’addiction non vengono colti dal soggetto stesso e dai suoi familiari. La persona che inizia ad aumentare il consumo inizialmente lo mimetizza nelle situazioni sociali, quando è maggiormente legittimato l’abuso e l’allegria delle feste rappresenta una condizione favorente. Nei casi che stanno evolvendo in una direzione patologica, al centro dell’attenzione del soggetto non è più tanto la compagnia o il festeggiamento bensì è la possibilità di bere, la prospettiva dell’effetto dell’alcol a fare da spinta motivazionale. Per quelle persone che soffrono di questo disturbo, spesso associato ad altre forme di disagio psichico o ad altri disturbi psichiatrici, le feste rappresentano un momento di confronto con la propria sofferenza, con vissuti di solitudine e relazioni difficili che possono fungere da detonatore per ulteriori abusi alcolici. Cosa deve fare chi soffre di questo disturbo? I soggetti che hanno sviluppato un’addiction nel corso del trattamento vengono orientati alla disintossicazione e al mantenimento della sobrietà al fine di prevenire la ricaduta nella condizione patologica precedente. Nel nostro lavoro terapeutico conosciamo bene la preoccupazione dei nostri pazienti per le esposizioni familiari e sociali alle bevande alcoliche che hanno luogo in procinto delle festività. Il nostro intervento è mirato a ridurre il rischio della ricaduta attraverso sostegno psicologico e, se necessario, farmacologico. La persona con un disturbo da uso di alcol che ha scelto di affrontare il problema e curarsi apprende così a valutare il rischio insito nelle diverse occasioni e a mettere in atto una serie di strategie per evitare quelle ritenute troppo pericolose e sfidanti e gestire quelle che sono ritenute inevitabili o meno pericolose. Si cerca di promuovere la frequentazione di “non bevitori”, di selezionare una cerchia ristretta di persone cui dichiarare l’intento di non bere e cui richiedere supporto senza vergognarsene oppure identificare una persona vicina a cui affidare il ruolo di controllore, a prevenzione di eventuali passi falsi verso l’alcol. Quali sono i consigli per la famiglia e gli amici? Il ruolo dei familiari e degli amici è molto importante. La letteratura scientifica sottolinea come la presenza di un ambiente supportivo verso l’impegno nell’astensione dall’alcol sia correlato a un buon esito del trattamento a breve quanto a lungo termine. Nel nostro programma di cura coinvolgiamo da sempre i familiari o amici stretti del paziente fornendo loro alcune nozioni sulla patologia e sui comportamenti disfunzionali che osserviamo e che sono da ridurre a favore dell’adozione di un set di comportamenti più funzionali. I familiari della persona che abusa di alcol e sostanze tendono a oscillare tra due modalità comportamentali tipiche: il controllo e la tolleranza eccessiva . È importante evitare di cadere costantemente in reazioni ripetitive che non favoriscono alcun cambiamento e, piuttosto, inaspriscono la conflittualità o sostengono il sacrificio della propria qualità di vita. Il primo comportamento funzionale che un familiare può attivare è il dialogo, che diventa possibile solo attraverso la comprensione dei fenomeni psicopatologici che connotano il disturbo. Va conosciuta la potenza dell’effetto stimolo sul craving che deriva dalla vista o dall’odore dell’alcol, dal suono di una bottiglia che si stappa o della bevanda versata. Questi stimoli sensoriali colpiscono direttamente e in modo fulmineo le zone cerebrali che sono sensibilizzate come dei radar verso qualsiasi richiamo alle memorie di piacere e innescano cascate di mediatori chimici che possono spingere all’azione senza neppure troppa consapevolezza da parte del soggetto dipendente, nonostante le sue migliori intenzioni. Gli errori più comuni derivano quasi sempre dalla mancanza di conoscenza. Quindi, il comportamento più semplice, rispettoso ed efficace è la garanzia di un ambiente alcohol-free, che va concordata con l’interessato, al quale raccomandiamo la disponibilità a chiedere aiuto alle persone più vicine. È importante per chi affronta questo percorso avere al proprio fianco una figura di supporto che solidarizzi con la scelta di non bere e contrasti l’eventuale tentazione di farlo. Un rischio frequente è la chiusura sociale, l’evitamento delle relazioni a causa della vergogna preclude in questi casi di godere della convivialità. Abbiamo assistito alla descrizione di pranzi natalizi di successo completamente analcolici nei quali il clima emotivo è stato il più sereno degli ultimi anni e a feste di Capodanno alternative, analcoliche, ma non meno divertenti.

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