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Antibiotico-resistenza, in Italia 12mila morti l'anno: prima causa di morte entro il 2050

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Secondo il nuovo rapporto del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), in Europa ogni anno si verificano più di 670mila infezioni correlate all'antibiotico-resistenza, che provocano oltre 35mila decessi: un terzo di questi, in Italia. Se non si verificherà un'inversione di tendenza, nel 2050 l'antibiotico-resistenza potrebbe diventare la prima causa di morte nel nostro Paese, superando tumori e malattie cardiovascolari

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Ogni anno in Italia circa 12mila pazienti muoiono a causa di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici. A dirlo è il nuovo rapporto di sorveglianza del fenomeno, pubblicato dal centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), in occasione della Giornata europea per la lotta all'antibiotico-resistenza, che ricorre ogni anno il 18 novembre. Secondo i dati dell'Ecdc, in Europa ogni anno si verificano più di 670mila infezioni correlate all'antibiotico-resistenza, che provocano oltre 35mila decessi: un terzo di questi si verifica in Italia. Stando al report, se non si verificherà un'inversione di tendenza, nel 2050 l'antibiotico-resistenza potrebbe diventare la prima causa di morte nel nostro Paese, superando tumori e malattie cardiovascolari. 

Il rapporto dell'Ecdc

Dal report dell'Ecdc emerge che l'Italia è il Paese che presenta le maggiori criticità, non solo per quanto riguarda la resistenza agli antibiotici, ma anche per il consumo degli antibiotici stessi. Tra il 2022 e il 2023, sono stati ricoverati 430mila pazienti che hanno contratto infezioni durante la degenza: l'8,2% del totale, contro una media Ue del 6,5%. Il dato peggiore rispetto a quello italiano si registra solo in Portogallo, con una percentuale dell'8,9%: tuttavia, precisa l'Aifa, il Paese “ha una popolazione più giovane della nostra e quindi meno suscettibile”.

Il consumo di antibiotici

L'Italia resta in fondo alla classifica anche per l'elevato consumo di antibiotici. "Così il cane si morde la coda, perché l'uso così massiccio di antimicrobici fa nascere super-batteri resistenti agli stessi farmaci", aggiunge l'Aifa. Secondo i dati, gli antibiotici vengono somministrati al 44,7% dei degenti, a fronte di una media europea del 33,7%. Il trend è in crescita anche nella popolazione generale: il 35,5% delle persone ha ricevuto almeno un antibiotico negli ultimi due anni, contro il 32,9% del periodo 2016-17. L'antibiotico-resistenza esercita un impatto importante anche sul servizio sanitario. Secondo l'analisi di Ecdc, circa 2,7 milioni di posti letto sono occupati proprio a causa di queste infezioni, con un costo che tocca i 2,4 miliardi di euro l'anno.

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