Diabete di tipo 2, colpiti 3,9 milioni di italiani. Nel 2040 saranno 1 su 10: i dati

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Ad avere il rischio più elevato di ammalarsi sono gli anziani (gli over 74 hanno un rischio di quasi otto volte maggiore rispetto ai 45-54enni), i maschi (+40% di rischio rispetto alle donne) e i residenti nel Meridione (+50% rispetto ai residenti al Nord). Incidono anche reddito e istruzione. I risultati dell'Italian Barometer Diabetes Report

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In Italia sono circa 3,9 milioni le persone che hanno dichiarato di avere il diabete di tipo 2 - quello non di origine autoimmune, di tipo 1 - nel 2022, ovvero il 6,6% della popolazione, e nel 2040 si potrebbe arrivare al 10%, se continuasse il trend osservato combinato con il rilevante impatto della dinamica demografica dei prossimi vent'anni. Ad avere il rischio più elevato di ammalarsi sono gli anziani (gli over 74 hanno un rischio di quasi otto volte maggiore rispetto ai 45-54enni), i maschi (+40% di rischio rispetto alle donne) e i residenti nel Meridione (+50% rispetto ai residenti al Nord). Sono alcuni dei dati dell'Italian Barometer Diabetes Report "Dati sul diabete in Italia, una fotografia su una pandemia complessa e in continua evoluzione", illustrati oggi nel corso del 17° Italian Barometer Diabetes Summit 2024.  

Contano anche livello di istruzione e reddito

Sull'incidenza conta anche il livello di istruzione dei pazienti (più basso è, maggiore è il rischio) e il reddito. Infine, emerge la forte associazione con l'obesità, che raddoppia il rischio di diabete di tipo 2 a parità di tutti gli altri fattori considerati, mentre la sedentarietà aumenta tale rischio di circa il 30%. il diabete a lungo andare si associa anche ad altre malattie: "La compresenza di altre malattie croniche colpisce oltre tre diabetici su quattro", spiega nell'introduzione dell'IBDO Report il presidente dell'Istat Francesco Maria Chelli.

Due malati su tre hanno più di 65 anni

"Delle quasi 4 milioni di persone con diabete, 2 su 3 hanno più di 65 anni. Parliamo di persone spesso fragili, che assumono quotidianamente diversi farmaci, il che rende più complesso il percorso assistenziale e terapeutico. Possiamo e dobbiamo comunque ambire al buon controllo glicemico e dei diversi fattori di rischio cardiovascolare anche per queste persone per ridurre le complicanze e le ospedalizzazioni, personalizzando le cure", spiega Riccardo Candido, Presidente Amd - Associazione Medici Diabetologi e Presidente FeSdi - Federazione delle Società Diabetologiche Italiane.

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