Aviaria, bambina di due anni contagiata in Australia: è il primo caso umano nel Paese

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Si tratta della prima infezione umana confermata causata dal virus dell'influenza aviaria A (H5N1) rilevata e segnalata dall'Australia. Sebbene la fonte di esposizione al virus in questo caso "sia attualmente sconosciuta", precisa l'Organizzazione mondiale della Sanità, "probabilmente è avvenuta in India". Le condizioni della piccola sono buone

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Primo caso umano di influenza aviaria in Australia: a darne notizia l'Organizzazione mondiale della Sanità, precisando che si tratta di una bambina di due anni e mezzo le cui condizioni di salute, dopo il ricovero in ospedale a Melbourne, sono buone. Questa, spiega l'Oms, è la prima infezione umana confermata causata dal virus dell'influenza aviaria A (H5N1) rilevata e segnalata dall'Australia. Sebbene la fonte di esposizione al virus in questo caso "sia attualmente sconosciuta - precisa l'Oms - probabilmente è avvenuta in India, dove il caso aveva viaggiato, e dove il virus A (H5N1) è stato rilevato in passato negli uccelli". Un'infezione umana causata da un nuovo sottotipo di virus dell'influenza A è un evento che ha un potenziale di elevato impatto sulla salute pubblica e deve essere notificato all'Oms.

"Rischio basso" per la popolazione

Sulla base delle informazioni disponibili, attualmente l'Organizzazione mondiale della sanità valuta "basso" il rischio per la popolazione generale rappresentato da questo virus. A seconda dell'ospite originario, i virus dell'influenza A possono essere classificati come influenza aviaria, influenza suina o altri tipi di virus influenzali animali. Le infezioni da virus dell'influenza aviaria negli esseri umani possono causare malattie che vanno da lievi infezioni del tratto respiratorio a malattie più gravi. Dal 2003 al 22 maggio 2024, sono stati segnalati all'Oms da 24 paesi 891 casi di infezioni umane da influenza aviaria A (H5N1), inclusi 463 decessi.

Insolita la trasmissione da uomo a uomo

Quasi tutti questi casi di influenza aviaria nell'uomo sono stati collegati a uno stretto contatto con uccelli infetti vivi o morti o ad ambienti contaminati. L'infezione umana ha comunque un alto tasso di mortalità. I virus influenzali di tipo A (H5N1), appartenenti a diversi gruppi genetici, non infettano facilmente gli esseri umani e la trasmissione da uomo a uomo sembra finora insolita. Poiché il virus continua a circolare nel pollame, in particolare nelle zone rurali, permane il rischio di ulteriori casi sporadici nell'uomo. Attualmente, le prove epidemiologiche e virologiche disponibili suggeriscono che i virus A(H5) non hanno acquisito la capacità di trasmissione prolungata tra gli esseri umani, pertanto la probabilità di diffusione da uomo a uomo è bassa. Non esistono vaccini specifici per l'influenza A(H5N1) nell'uomo. Tuttavia, in alcuni paesi sono stati sviluppati vaccini candidati per la preparazione ad una eventuale pandemia. Alcuni farmaci antivirali, in particolare gli inibitori della neuraminidasi (oseltamivir, zanamivir), possono ridurre la durata della replicazione virale e in alcuni casi migliorare le prospettive di sopravvivenza.  

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