Giornata mondiale della meningite, i sintomi da conoscere e i dati sulla malattia

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La Giornata mondiale contro la meningite è stata istituita per diffondere una maggiore consapevolezza su questa malattia che provoca l’infiammazione le meningi, le membrane che rivestono il cervello

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Il 24 aprile si celebra la Giornata mondiale contro la meningite, istituita per diffondere una sempre maggiore consapevolezza su questa malattia che provoca l’infiammazione delle membrane che rivestono il cervello, le meningi. Ecco quali sono i sintomi e cosa sapere di questa malattia.

Cos'è la Meningite

Come accennato, la meningite è una malattia che colpisce le meningi, le membrane che ricoprono cervello e midollo spinale e può essere causata da virus, batteri, miceti o protozoi. La forma batterica può essere molto grave. Il quadro clinico si aggrava quando alla meningite si associa la sepsi meningococcica, in questo caso nel paziente si possono osservare petecchie, insufficienze di più organi, grave ipotensione e shock settico. La principale causa delle meningite è lo pneumococco che si trasmette per via respiratoria. Perché avvenga il contagio è necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona malata. La meningite può colpire chiunque, ma è più frequente tra neonati e tra bambini nei primi anni di vita e nelle persone che hanno il sistema immunitario indebolito, come persone anziane o malate.

Italy, Lombardy region, Brescia, March 19, 2020 : Covid-19 virus epidemic. Coronavirus emergency, in the photo doctors and nurses at work in the inten

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I principali sintomi della meningite

I principali sintomi che caratterizzano la meningite sono: l'irrigidimento della parete posteriore del collo, febbre alta, convulsioni, mal di testa, nausea, vomito e sonnolenza. Nei neonati è possibile osservare anche un rigonfiamento nella fontanella anteriore. Nei bambini molto piccoli, inoltre, alcuni di questi sintomi possono non essere sempre evidenti, è utile in questi casi fare molta attenzione a segnali come lo scarso appetito, irritabilità, sonnolenza e febbre, che possono indicare una fase iniziale di meningite.

Un momento dell'operazione eseguita da otto equipe di 30 chirurghi e sanitari dell'ospedale di Padova che hanno eseguito un intervento per la rimozione da una donna di 47 anni di una massa tumorale lunga 35 centimetri, estesa fino al cuore, 24 Febbraio 2021. ANSA/US/AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITA'DI PADOVA

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I dati sulla meningite

Secondo quanto riporta il sito liberidallameningite.it, o”gni anno in Italia oltre 1000 persone contraggono la meningite e circa una persona ogni due viene colpita da meningite meningococcica. In particolare, i sierogruppi B e C sono particolarmente diffusi nel nostro Paese”. Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – riporta il sito – la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Quanto al sierotipo B, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese.

A livello mondiale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno si verificano 500mila casi di meningite meningococcica, di cui circa 50mila letali. Inoltre, il 5-10% delle persone che contraggono l’infezione muore nonostante la malattia venga diagnosticata in tempo e si riceva un trattamento appropriato. Per quanto riguarda il sierotipo B del meningococco, si stima che nel mondo si verifichino ogni anno tra i 20mila e gli 80mila casi, con un tasso di letalità medio del 10%.

This photomicrograph of a brain tissue specimen depicts the cytoarchitectural changes associated with a free-living amebic infection, which may have been caused by either a Naegleria fowleri, or an Acanthamoeba sp. Naegleria fowleri produces an acute, and usually lethal, central nervous system (CNS) disease called primary amebic meingoencephalitis (PAM). Trophozoites infect humans or animals by entering the olfactory neuroepithelium and reaching the brain. N. fowleri trophozoites are found in cerebrospinal fluid (CSF) and tissue, while flagellated forms are occasionally found in CSF. Image courtesy CDC/Dr. Martin D. Hicklin, 1964. (Photo by Smith Collection/Gado/Getty Images).

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