Lawrence Young, virologo dell'Università di Warwick, ha dichiarato all’Independent che il Paese "non è per niente pronto a gestire una nuova ondata di contagi"
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Anche nel Regno Unito si sta diffondendo rapidamente la nuova sottovariante XBB.1.5, già ribattezzata Kraken, e considerata "altamente contagiosa". Per questo, gli esperti britannici hanno lanciato l’allarme: la Gran Bretagna "non è pronta ad affrontare una nuova ondata" Covid. A spiegarlo è stato Lawrence Young, virologo dell'Università di Warwick, che all’Independent ha dichiarato che il Paese "non è per niente pronto a gestire una nuova ondata di contagi".
Regno Unito e non solo
Rispetto a tutti i contagi tracciati, in Gran Bretagna la variante Kraken è stata sequenziata nel 4% dei contagi. Questo ha spinto il Servizio sanitario nazionale britannico a chiedere ai genitori di tenere i propri figli a casa se questi presentano sintomi influenzali o febbre, un’indicazione estesa anche a coloro che - in generale - non si sentono bene. Inoltre, è stato raccomandato l’uso della mascherina. La nuova variante Kraken è stata identificata per la prima volta negli Stati Uniti, destando immediatamente preoccupazione tra gli esperti dopo che il numero dei casi nel Paese "è raddoppiato in una settimana". L'epidemiologo statunitense Eric Feigl-Ding, ha sottolineato su Twitter che "la nuova variante è più immunoevasiva e più efficace nell'infettare rispetto ad altre sottovarianti di Omicron. Non vedevamo una crescita così rapida di casi dall'arrivo di Omicron Ba.1 un anno fa", ha dichiarato. Sempre su Twitter, anche l’epidemiologo britannico Tim Spector ha affermato che Xbb1.5 "potrebbe essere la nuova variante a cui prestare attenzione nel 2023".
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Cina ed Europa
Nel frattempo, mentre la Cina affronta un’ondata di contagi che sta piegando il Paese, in Europa si è sparsa la paura di una nuova diffusione incontrollata del virus. Ciò ha portato molti Paesi a imporre delle misure restrittive nei confronti dei viaggiatori in arrivo dalla Cina. Tuttavia, secondo l’ultima nota diffusa dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), "non si prevede che l'ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica del Covid-19 nell'Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo". Secondo l’organismo europeo, infatti, le varianti in circolo in Cina "sono già in circolazione nell'Ue e, in quanto tali, non rappresentano un pericolo per la risposta immunitaria dei cittadini Ue/SEE. Inoltre, i cittadini dell'Ue/SEE hanno livelli di immunità e vaccinazione relativamente elevati".